Actv, col "siluro rosso" si percorrono meno chilometri: ora la Regione taglia i contributi
Sono a rischio tagli per 1,3 milioni di chilometri annuali, pari a circa 2,5 milioni di euro. Obiettivo riempire le corse del tram. Seno: "Bisogna aprire le corsie preferenziali"
Si parla delle nuove linee e delle riorganizzazioni delle corse, ma ora Actv è a rischio tagli. Come riportano i quotidiani locali, a lanciare l'allarme è stato il direttore generale di Avm, Giovanni Seno, che ha specificato come la Regione potrebbe di fatto tagliare 2,5 milioni di euro per il trasporto pubblico, pari a 1,28 milioni di chilometri percorsi. Una cifra che corrisponde a quelli "macinati" dal tram.
Il direttore generale ha spiegato che l'azienda sta attraversando un periodo difficile, tra rate del mutuo per il "siluro rosso" e costi di utilizzo dello stesso. Un tentativo è stato fatto rendendo extra-urbani alcuni tratti percorsi dagli autobus notoriamente urbani, ma la mossa non si sta rilevando sufficiente. E proprio in virtù di una situazione in cui la cassa piange, è difficile, se non impossibile, ritornare alla vecchia organizzazione del trasporto pubblico nell'hinterland veneziano. I passeggeri che quotidianamente fruiscono dei mezzi pubblici, anche a seguito della riorganizzazione, sono rimasti invariati: sono circa 180mila al giorno, 60 nei bus extra-urbani per Mestre, 120, invece, che sfruttano i mezzi all'interno dei percorsi urbani.
Problema tagli. Nel 2010, infatti, il servizio di autobus urbano di Mestre percepiva dalla Regione un contributo pari a 30,6 milioni di euro, a fronte di 15,8 milioni di chilometri percorsi. Da quando è entrato in servizio il tram, i chilometri riconosciuti sono 11,5 milioni, e di conseguenza, nei finanziamenti regionali, c'è stato un decurtamento importante di 8,3 milioni di euro. Altro aspetto importante è il tram, che ha un prezzo: se il bus costa 3,5 euro a chilometro, infatti, il tram ne costa 10,5. Il "siluro rosso" percorre 1,3 milioni di chilometri l'anno, per un costo di 8 milioni di euro (a cui si aggiungono i 6,3 milioni annui di spese strutturali e i 455mila euro mensili di mutuo da saldare): se gli stessi chilometri fossero percorsi dagli autobus, il costo sarebbe di 2 milioni di euro. L'abisso è evidente. L'unico modo per riuscire a rientrare, almeno parzialmente, è quello di rendere più veloci i tram, "istituendo le corsie preferenziali", come sottolineato da Seno. Un'idea sulla quale l'assessore alla Viabilità Renato Boraso ha comunque posto il veto.