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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Voglio altre foto, altrimenti dico tutto ai genitori", adolescente ricattata via web

Ennesimo caso di predatore informatico che mette nel mirino minorenni per i propri interessi. La ragazzina è rimasta sotto il suo giogo a lungo, poi un'amica ha informato i genitori di lei

Il ricatto andava avanti da settimane e oramai il finto adolescente stava per arrivare al dunque. Una trappola costruita con caparbietà, attento a ogni minimo particolare che potesse mettere in allarme la sua interlocutrice. Ennesimo tentativo di adescamento online in provincia di Venezia. Ennesimo esempio che dimostra come i social network siano uno strumento utile, certo, ma anche pericoloso. Specie per chi, data la sua giovane età, non ha ancora gli anticorpi giusti per intuire che dietro a una tastiera e un computer può nascondersi anche un malintenzionato in cerca di foto o video che possano soddisfarlo. 

Entro questa settimana la polizia postale di Venezia ha ricevuto una circostanziata denuncia da parte di un'adolescente residente nel Veneziano. La giovane, convinta di riuscire a gestire la situazione e magari di uscirne da sola, da diverse settimane era finita nel mirino di un molestatore che l'aveva contattata tramite un falso profilo Facebook. Si era presentato come un suo coetaneo. Frasi del tutto innocue all'inizio, poi la "fatidica" richiesta di una foto. A quel punto i messaggi si sono fatti più pressanti, fino a sfociare nel ricatto. "Mandamene altre, altrimenti posto tutto sui profili dei tuoi amici. Lo verranno a sapere anche i tuoi genitori", più o meno questo il senso delle minacce. La giovanissima, ignara all'inizio di essere finita nel mirino di un predatore digitale, ha deciso all'inizio di acconsentire. Ma le richieste non finivano mai, avvitandosi in un circolo vizioso di ricatti e prepotenze sempre più pressanti. Finché la ragazza non ha deciso di confidarsi con un'amica, che ha fatto la cosa giusta: ha interpellato i genitori della vittima, che a loro volta hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. Presentando una denuncia che sta vagliando il compartimento della polizia postale del Veneto.

Il "sexting" è un fenomeno in forte ascesa, soprattutto ora che via Whatsapp i contatti possono essere sempre più diretti (l'ultimo tentativo è emerso proprio mercoledì su questo strumento). A ogni ora del giorno. Se ne esce solo segnalando eventuali problemi ai genitori e, come in questo caso, all'autorità giudiziaria. I predatori informatici, per vari motivi, mettono nel mirino vittime di ogni età: dal pedofilo che si presenta come procacciatore di modelle o talent scout di giovani promesse del calcio, ai ricattatori di adulti. Nei primi casi cercano immagini e video pedopornografici, nei secondo solo soldi. E spesso li ottengono.

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