L'aggressione e il pestaggio, giovane bengalese all'ospedale
Nei giorni scorsi alla Cita di Marghera. Aveva rifiutato di dare soldi e sigarette. Il portavoce della comunità Prince Howlader: «Partirà una denuncia. Dopo il velo strappato ci sembra una scusa per tornare ad aggredire senza motivo»
Un'aggressione violenta, in tre contro uno. Il video è di qualche giorno fa e racconta dell'aggressione sfociata in rissa a Marghera, alla Cita, dove tre italiani avrebbero preso di mira un bengalese facendo finire all'ospedale per un tramuma cranico. La comunità non ha intenzione di restare a guardare. Lo dice chiaramente il portavoce Prince Howlader.
«Una denuncia, quantomeno, partirà di sicuro - afferma - Siamo vicini a Rezaul Haque (la vittima) chiamato Reza, che è anche un mio amico. Quello che gli è successo è inaccettabile. Ci consulteremo e ci muoveremo di conseguenza. Perché dopo il Niqab strappato alla giovane mamma bengalese, Sanuara Sarder, il 10 dicembre scorso sempre alla Cita, questo nuovo episodio ci sembra una scusa per tornare ad aggredire e attaccare senza motivo persone della comunità».
Sui social è circolato il video che mostra attimo per attimo la scarica di botte contro il cameriere, che lo ha fatto finire all'ospedale dov'è rimasto in osservazione un giorno a causa del trauma cranico riportato, dopo aver sbattuto la testa sul marciapiede. Tutto è cominciato, raccontano le immagini e i testimoni che hanno visto e filmato dai balconi delle case per delle sigarette rifiutate.
Calci, pugni, botte. A quel punto erano in tre contro uno. Lo hanno sbattuto contro un'auto, poi a terra, finché Rezaul Haque non è caduto pestando la testa. «In quel momento è arrivata a sirene spiegate un'ambulanza del Suem». Gli operatori allora hanno caricato il cameriere bengalese ferito sul mezzo di soccorso per portarlo all'ospedale. «Lo hanno tenuto tutto il giorno lì per il colpo alla testa - dice Howlader - Verso sera lo hanno dimesso ma è ancora sotto choc».