rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro / Via Antonio Fogazzaro

"Ha rifiutato la droga da un pusher e lo ha preso a pugni davanti ai nostri figli"

L'episodio domenica mattina attorno alle 9 in via Fogazzaro a Mestre: a raccontarlo la moglie dell'uomo che dice: "Lo ha minacciato dicendo 'so dove abiti'. Sa che abbiamo dei figli, è gente senza scrupoli. Se Brugnaro volesse venire ad incontrarci per aiutarci, sarei felice di ospitarlo"

Parla con voce decisa, nel suo cuore tanta rabbia per quanto accaduto al marito e tanta voglia di avere giustizia anche se, dice, "purtroppo c'è poco da fare". Lo sfogo è della moglie del 38enne mestrino che domenica mattina sarebbe stato aggredito mentre, attorno alle 9, si trovava in passeggiata a portare fuori il cane.

Quella passeggiata in via Fogazzaro a Mestre, purtroppo, non se la scorderà mai più così come non se la dimenticheranno facilmente nemmeno i familiari. Lei stessa ma anche i figli della coppia, uno di 10 e uno di 6 anni, che avrebbero assistito impotenti e terrorizzati all'aggressione subita dal padre. "Come ogni mattina mio marito era uscito per la passeggiata con i nostri cani. Era tranquillo, mai si sarebbe aspettato quello che poi è successo. Ad un certo punto, infatti, sotto casa, uno spacciatore tunisino della zona, che noi conosciamo molto bene di vista, gli si è avvicinato per offrirgli della droga. Purtroppo almeno in questa zona lo fanno spesso, per loro è normale fermare i passanti e domandare se vogliono dello stupefacente. Al rifiuto di mio marito lui ha cercato lo scontro e senza che avesse il tempo di capire quello che stava succedendo, lo ha preso a pugni al volto. Mio marito allora ha gridato e fortunatamente le urla hanno raggiunto un vicino di casa che è sceso in strada, ha rincorso l'aggressore e lo ha messo in fuga. Ho chiamato due volte la polizia e alla fine, quando ormai il pusher era lontano, sono arrivati". 

L'aggressione, però, non si è esaurita così. Il malvivente, infatti, ha avuto anche il tempo di minacciare l'uomo prima di scappare: "So chi sei e dove abiti" gli avrebbe detto. Purtroppo il degrado in zona è noto e la paura dei residenti, che pur cercano di continuare in qualche modo la vita di tutti i giorni, è tanta: "Mio marito non è andato in cerca di problemi, anzi cerchiamo sempre di evitarli. Ci conviviamo tutti i giorni con questa situazione solo che un'aggressione del genere non era mai capitata. Figuratevi che io per non avere guai non percorro mai il mio marciapiede perchè passerei davanti a loro fermi sul muretto o davanti al bar dove si radunano. Anzi a volte evito anche il tratto di strada dove c'è un furgone parcheggiato perchè penso sempre che si possano nascondere lì dietro. Ogni tanto il territorio è presidiato dalle camionette dei militari ma tanto poi vanno via. E comunque, possono fargli poco o nulla".

"Quel che è peggio - continua - è che il pusher conosce di vista mio marito e sa che è un padre di famiglia. Sa benissimo chi siamo, sa che siamo una famiglia con dei bambini. Ogni tanto lo incontriamo quando va nella moschea sotto casa nostra. Eppure non si è fatto scrupoli. I nostri figli hanno assistito alla scena dal terrazzo di casa, sono rimasti traumatizzati. Non è razzismo, questi sono delinquenti". La priorità, ora, è denunciare l'accaduto ma l'appello alle istituzioni, seppur fatto con ironia, è forte: "So che in via Piave da quando il sindaco di Venezia Brugnaro è andato a trovare un residente la situazione è migliorata: se vuole venire anche da noi ed aiutarci a mandare via questi malviventi, gli offro volentieri un pezzo di torta. Comunque sporgeremo sicuramente denuncia: non è giusto sorvolare su queste cose. Certo dobbiamo convivere con il timore: ovviamente sarò sempre in pensiero quando mio marito uscirà ancora, o quando usciremo con i nostri figli. Siamo amareggiati perchè siamo qui da tempo e noi, nati e vissuti qui, dobbiamo andare via e cambiare le nostre abitudini per colpa di queste persone. Non è giusto".  

Sul posto si era portata la volante del commissariato di Mestre che aveva individuato il presunto colpevole, identificandolo. La vittima ha riportato un trauma perioculare: un occhio nero. I medici gli hanno dato sei giorni di prognosi. Il fatto ha indignato i residenti mestrini, esasperati dalla violenza e dal comportamento di alcuni clandestini della zona. Sui social, in particolare, come sulla pagina del "Comitato Sos Mestre-Ve", monta la protesta. In tanti hanno voluto esprimere la loro solidarietà alla vittima che poteva essere uno di loro.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Ha rifiutato la droga da un pusher e lo ha preso a pugni davanti ai nostri figli"

VeneziaToday è in caricamento