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Cronaca Cinto Caomaggiore

Aggressione dopo Verona - Inter: denunciato un ultras di 44 anni

Le indagini della Digos hanno portato al responsabile dell'episodio accaduto il 27 agosto fuori dal Bentegodi. Vittime il veneziano Fabrizio Nonis e il figlio

Le indagini della polizia di Stato hanno portato ad individuare uno dei presunti responsabili dell'aggressione che, venerdì scorso, si è consumata fuori dallo stadio Bentegodi (Verona) al termine della partita del campionato di Serie A tra Hellas ed Inter. Vittime dell'episodio un padre, il gastronomo e conduttore tv veneziano Fabrizio Nonis, e il figlio: come riporta VeronaSera, i due stavano raggiungendo la loro auto parcheggiata in una via limitrofa allo stadio quando sono stati gratuitamente e brutalmente aggrediti da alcune personaggi, che nonostante tutto ancora si definiscono "tifosi". I due, sostenitori della squadra ospite ma privi di indumenti che lo mostravano, secondo la Digos di Verona hanno avuto la sola colpa di non aver dato le risposte esatte alle domande pretestuose che ha rivolto loro l'aggressore, una modalità che secondo gli inquirenti avrebbe poco a che fare anche con la logica “ultras”.

Un episodio che aveva trovato la condanna del sindaco Sboarina e dato vita ad alcune polemiche sulla questione sicurezza, a cui è arrivata la risposta della questura di Verona ad una settimana di distanza: le indagini avviate dalla Digos scaligera infatti hanno permesso di denunciare all'autorità giudiziaria un noto ultras veronese, M.A., classe 1977, più volte denunciato e daspato per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive, che ora dovrà rispondere del reato di lesioni personali. In passato M.A. si era già messo in evidenza per discriminazione razziale commessa in ambito sportivo (che gli è costata, oltre alla denuncia, un Daspo della durata di 1 anno), per inosservanza dei provvedimenti inflitti dall'autorità giudiziaria e radunata sediziosa, commesse sempre in occasione di competizioni calcistiche e costategli 5 anni di interdizione dagli stadi.

Un curriculum che, secondo la questura di Verona, metterebbe in luce la propensione dell'uomo alla commissione di reati contro la persona per motivi futilissimi, così come sarebbe avvenuto la sera del 27 agosto scorso, quando la sua attenzione si sarebbe focalizzata su Nonis e il figlio Simone, nonostante i due non portassero segni distintivi riconducibili all’Inter, né lo avessero in alcun modo provocato.

Il fatto si è verificato in una zona non coperta dalle telecamere, cosa che ha complicato non poco le indagini, ma le descrizioni dettagliate fornite dalle vittime e la profonda conoscenza di tutti gli aderenti ai gruppi ultras da parte dei poliziotti della squadra tifoserie della Digos veronese, avrebbero permesso di tracciare sin da subito una pista investigativa successivamente confermata dall’acquisizione di ulteriori elementi probatori, che avrebbero permesso agli inquirenti di ritenere M.A. responsabile dell'aggressione. Pertanto giovedì l'uomo è stato convocato negli uffici di lungadige Galtarossa per l’elezione di domicilio e la nomina del difensore di fiducia: concluso l'iter burocrato, il questore Ivana Petricca adotterà tutti i provvedimenti di specifica competenza finalizzati ad evitare che l'uomo commetta altri reati in occasione di eventi analoghi.

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