Allarme Actv: "Se lo Stato non tira fuori i soldi gli stipendi a rischio"
Scoppia la grana dei trasferimenti da Roma, ancora non erogati. L'azienda aspetta 35 milioni da gennaio ed è costretta a indebitarsi
Se va avanti così si arriva fino ad agosto. Massimo settembre. Poi gli stipendi potrebbero non essere più pagati o le corse potrebbero essere tagliate. La situazione è oggettivamente difficile per Actv, i cui dirigenti, come riportano i quotidiani locali, hanno lanciato venerdì un appello a Provincia e Regione affinché si mettano una mano sulla coscienza (e l'altra nel bilancio) per anticipare almeno parte delle somme che l'azienda di trasporti pubblici lagunare aspetta da inizio anno dallo Stato.
La partita di giro è semplice: Roma trasferisce i soldi per il tpl alla Regione, Palazzo Balbi poi suddivide le risorse per le varie ditte di trasporto. Ma se dalla Capitale non si muove nulla alla fine della catena si rimane a secco. Proprio ciò che sta accadendo ad Actv, che è stata costretta in questi mesi a cercare di tappare una falla da 35 milioni di euro attraverso l'indotto garantito dal turismo e a un'apertura di credito delle banche per 19 milioni di euro. Su cui bisognerà pagare gli interessi passivi che poi certo non torneranno indietro.
Di qui la richiesta a Regione e Provincia, nonostante ogni mese sarebbe stata inviata una lettera al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi senza ottenere risposta, di mettere mano al portafoglio per garantire maggiore sicurezza. Altrimenti rischia tra qualche mese di saltare il banco. Secondo la Cgil, però, i soldi sarebbero arrivati in extremis: il 29 maggio sarebbero già stati nella disponibilità di palazzo Balbi.