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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Mirano

Annullata la Fiera di San Matteo a Mirano. Il sindaco: «Scelta dolorosa, ma di buon senso»

La decisione definitiva ieri pomeriggio. Le condizioni e i costi imposti dalle misure sanitarie per evitare i rischi di contagio sono risultati insostenibili

La Fiera di san Matteo è annullata. «Dove era arrivata soltanto la guerra, - spiega l'amministrazione comunale di Mirano in nota - arriva anche il Covid-19, rendendo impossibile lo svolgimento dell’edizione 2020 della manifestazione nata nel 1477 e cancellata in passato solamente durante i conflitti mondiali».

La pronuncia definitiva è di ieri pomeriggio, ed è seguita all’incontro di mercoledì tra i capigruppo del Consiglio, che all’unanimità avevano convenuto sulla necessità di annullare l’evento. Alla base della decisione della Giunta ci sono le condizioni e i costi insostenibili imposti dalle misure sanitarie necessarie per evitare i rischi di contagio e proteggere i partecipanti.

Un piano troppo oneroso

Il Comune aveva richiesto un piano anti-Covid su misura allo stesso professionista di cui si avvale per stilare i piani di sicurezza della fiera da quando, nel 2017, le disposizioni di legge li hanno resi obbligatori. Dovendo tener conto della delicatezza della situazione sanitaria attuale (recrudescenza del virus e peggioramento della curva epidemiologica), il piano ha correttamente imposto vincoli particolarmente stringenti, come la presenza contemporanea di massimo 1.000 persone e lo svolgimento della manifestazione unicamente nell’area di piazza Martiri. Richiesta anche la predisposizione di 8 varchi di accesso all’area della fiera, presidiati da due persone ciascuno tra le 9 e le 24 (con relativa turnazione del personale).

Ogni varco, inoltre, avrebbe dovuto essere in costante collegamento con ciascuno degli altri, in modo da aver sempre sotto controllo il numero di presenti; ciò avrebbe imposto l’acquisto degli adeguati strumenti informatici per la comunicazione. A questi si sarebbero dovuti aggiungere anche i costi relativi a cartellonistica e segnaletica, all’acquisto dei prodotti per l’igienizzazione delle mani, delle mascherine, dei bracciali identificativi dei gruppi famigliari, nonché degli strumenti per la verifica della temperatura corporea. La cifra che il Comune avrebbe dovuto spendere per soddisfare i criteri del piano sarebbe ammontata ad almeno 60mila euro.

Oltre all’aspetto economico ha pesato nella decisione anche lo snaturamento che la fiera avrebbe subito. Mille persone sono un pubblico molto ridtto, laddove in passato si arrivava a 30mila presenze al giorno, anche 10mila in contemporanea. Quest’anno, inoltre, non ci sarebbe stata la partecipazione delle associazioni del territorio, che garantivano lo spirito di comunità della manifestazione e la presenza dei tradizionali stand gastronomici e della pesca di beneficienza. Pro Loco, parrocchia e società sportive non sono in grado di sostenere costi e responsabilità derivanti dalle misure di sicurezza necessarie.

«La cancellazione della fiera - spiega il sindaco Maria Rosa Pavanello - è una decisione dolorosa, ma di buon senso e rispettosa delle norme per la tutela dei cittadini. Importante anche che sia una scelta condivisa. I rimaneggiamenti alle caratteristiche dell’evento hanno imposto importanti e stringenti riflessioni. Ammesso che si fosse potuto sostenere il gravame economico, che tipo di fiera si sarebbe offerta alla cittadinanza? Se lo scopo della fiera è regalare alcuni giorni di serenità e spensierato divertimento, li avremmo avuti quest’anno? Oltre alla salute, che rimane il bene principale, abbiamo preferito tutelare e mantenere integri bellezza e senso della manifestazione».

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