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Cronaca

La storia e il futuro sono a Venezia, la 56esima Biennale d'Arte al via

Apre nella città lagunare l'evento più importante per il mondo artistico internazionale dal tema "All The World's Futures": 136 artisti in vetrina provenienti da 53 paesi. Attesa anche Cate Blanchett

Apre i battenti la 56esima Biennale d'Arte a Venezia: un evento che non ha bisogno di presentazioni, il nome, il curriculum, gli artisti che hanno partecipato dicono tutto. Anni e anni di storia alle spalle, il futuro davanti: è questo il tema che ha scelto il curatore della mostra Okwui Enwezor, 52enne nigeriano trapiantato negli Stati Uniti.

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L'EVENTO. "All The World's Futures", infatti, è il titolo dell'evento d'arte più famoso a livello internazionale che durerà dal 9 maggio al 22 novembre e che sarà dislocata in varie location lagunari: un unico percorso espositivo si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale e vedrà la presenza di 136 artisti, dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi. 159 sono le nuove produzioni realizzate per questa edizione che si dimostra totalmente diversa rispetto alla precedente. 5 i paesi presenti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles. Altri paesi partecipano quest’anno dopo una lunga assenza: Ecuador (1966, poi con l’IILA), Filippine (1964), Guatemala (1954, poi con l’IILA). 44, invece, gli eventi collaterali che faranno da sfondo all'appuntamento.

ARTE E SVILUPPO. Un evento che nessuno vuole perdersi, nemmeno le star di Hollywood se è vero che parteciperà anche Cate Blanchett, e che Paolo Baratta della Biennale di Venezia presenta così: “Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni, da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospettive. Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di ‘age of anxiety’. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l'arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell'incalzare delle forze e dei fenomeni esterni. Si vuole quindi indagare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i moti dell’animo (il loro inner song). La Biennale ha chiamato Okwui Enwezor - spiega Baratta - anche per la sua particolare sensibilità a questi aspetti".

ARENA. La necessità di questi tempi moderni di unire più strumenti di arte e comunicazione fa sì che alla Biennale venga inaugurata Arena, uno spazio attivo nel Padiglione Centrale dei Giardini dedicato a una continua programmazione interdisciplinare dal vivo. Il cardine di questo programma sarà l’imponente lettura dal vivodei tre volumi di Das Kapital di Karl Marx (Il Capitale). Concepita dal premiato architetto ghanese-britannico David Adjaye, l’ARENA fungerà da luogo di raccolta della parola parlata, dell’arte del canto, dei recital, delle proiezioni di film, e diventerà il foro delle pubbliche discussioni. Prendendo spunto dal rito sikh dell’Akhand Path (una recitazione ininterrotta del libro sacro per la quale si alternano più lettori nell’arco di diversi giorni), Das Kapital sarà letto da attori come un testo drammaturgico, con la regia dell’artista e regista Isaac Julien, per tutta la durata della Biennale Arte.”

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