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Cronaca

Inaugurazione anno giudiziario: "Giustizia malata, nelle aule risuona un grido di dolore"

L'ordine degli avvocati lancia l'allarme, facendo eco a quanto detto dal presidente della Corte d'appello e dal procuratore generale: "Personale e investimenti insufficienti"

Dall'avvocatura come dalla magistratura, le preoccupazioni sono le stesse. Sabato si svolge la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario della Corte d'Appello (presenti tra gli altri il presidente del Veneto, Luca Zaia, il prefetto Domenico Cuttaia, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano), occasione per fare il punto di ciò che è stato fatto e, soprattutto, di ciò che c'è da fare per migliorare la giustizia. La situazione non è delle più rosee, secondo il presidente dell’ordine degli avvocati di Venezia, Paolo Maria Chersevani, che parla del "grido di dolore che da anni risuona in queste aule, al capezzale di una giustizia forse irrecuperabilmente malata".

L'avvocato enuncia gli "endemici problemi che affliggono la giustizia italiana, primi fra tutti i provvedimenti legislativi spot, inseriti nelle più variegate norme di legge, gli innumerevoli riti, gli scarsi investimenti e così via". Ma a tali irrisolti problemi si aggiungono alcune considerazioni "a dir poco sconfortanti, sulla volontà, soprattutto politica, di trovare una soluzione ad un primario problema che assilla tutti i cittadini, siano essi attinti o meno da guai giudiziari".

Chersevani ribadisce poi le parole del presidente della Corte d'appello, Antonino Mazzeo Rinaldi, e del procuratore generale Antonino Condorelli: parla di "carenza del personale e di fondi, di una molteplicità di sistemi processuali che sfiora la commedia dell’assurdo, delle beghe tra avvocati, di referendum tra magistrati, trasportati sull’onda dalle più svariate correnti, di carichi esigibili ponderati o meno". Tutti elementi che impediscono al cittadino "ciò che vuole, e giustamente pretende: giustizia in tempi che non la rendano vana".

Diversi i reati registrati in aumento rispetto al periodo precedente, alcuni con picchi significativi: in particolare sotto la lente d'ingrandimento i reati di usura, aumentati del 45%, passando da 292 a 426 e i furti in abitazione ad opera di ignoti (da 4.739 a 7.623). Un incremento del 60,9%. In aumento anche i reati di estorsione ad opera di ignoti e i furti ad opera di noti. Leggermente in diminuzione le rapine, con un decremento del 27,7%. A dirlo il presidente della Corte d'Appello di Venezia Antonino Mazzeo Rinaldi che ha infine sottolineato come i reati in materia di falso in bilancio e bancarotta fraudolenta patrimoniale siano in diminuzione.

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