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Cronaca

Aperture domenicali, il referendum abrogativo al vaglio della Regione

La proposta del consiglio comunale veneziano è stata accolta a palazzo Balbi e procede in direzione della commissione Affari Istituzionali

Venezia tira il freno a mano sulle aperture domenicali e, in un'eco delle tante proteste sentite negli ultimi mesi tra commercianti e dipendenti di tutto il territorio, la mozione presentata dal consigliere comunale di Venezia Sebastiano Bonzio (Federazione della Sinistra) per approvare la richiesta di referendum abrogativo della legge in questione già approvata all'unanimità, è ora passata anche al vaglio della commissione Commercio del Consiglio regionale del Veneto, presieduta da Luca Baggio (Lega Nord), che ha espresso parere favorevole alla commissione Affari Istituzionali.

DA RIFARE – La richiesta di Bonzio al sindaco Giorgio Orsoni e alla Giunta comunale per invitare la Regione ad una consultazione popolare era stata approvata, e tutto è passato nelle mani di palazzo Balbi. La richiesta riguarda la legge secondo cui anche le attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande dovranno essere svolte senza i limiti e le prescrizioni riguardanti il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio. La proposta di referendum, presentata dai consiglieri Pietrangelo Pettenò (Fsv), Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo (Pdl-FIv), Stefano Peraro (Udc), Federico Caner (Lega nord), Giuseppe Bortolussi (Bp), Mariangelo Foggiato (Une) Lucio Tiozzo e Roberto Fasoli (Pd), intende, di fatto, reintrodurre l'obbligatorietà delle chiusure domenicali e festive, muovendo dalla considerazione che "la norma vigente è di ostacolo all'esercizio della podestà legislativa regionale in materia di orari degli esercizi commerciali". Per essere valida la richiesta di referendum deve essere deliberata da almeno cinque consigli regionali. Il consigliere comunale della Federazione della Sinistra parla di “voto trasversale” e spiega come ormai sia molto estesa “la consapevolezza del fallimento delle politiche di liberalizzazione selvaggia in materia di commercio”.

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