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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Porto Marghera

Porto Marghera riconosciuta Zona Economica Speciale. «Ora può tornare la crescita»

Marinese: «Una vittoria di tutti. Uno strumento capace di attrarre investimenti con crediti d'imposta, esenzioni e riduzioni contributive e semplificazioni amministrative»

Tra martedì e mercoledì è stata approvata all'unanimità una mozione parlamentare sulla Zes (zona economica speciale) a Venezia. Inoltre, il governo ha presentato un emendamento alla Legge di bilancio per estendere le agevolazioni del credito d'imposta alle aziende veneziane e del Polesine. Si tratta di «una battaglia vinta per Porto Marghera», secondo le parole del presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese. Per il sindaco Luigi Brugnaro «è un segnale di fiducia per lo sviluppo di tutto il nostro territorio, a cominciare da Porto Marghera e Murano». Il sindaco ha aggiunto: «Prosegue il nostro impegno per riprendere anche i lavori della cabina di regia sulle bonifiche, per completare i marginamenti e per l’approvazione del protocollo fanghi. I 2.200 ettari di zona industriale si confermano una delle aree più attrattive per gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro». Una «ottima notizia per il nostro tessuto produttivo» anche per il presidente dell'Autorità portuale Pino Musolino. «Successo importante della lobby territoriale esercitata negli ultimi anni, che ha visto una grande coesione tra categorie economiche, politica locale e rappresentanza nazionale - dice - . Ora attendiamo che la Zes divenga effettivamente norma di legge per poter iniziare a lavorare creando valore e nuova occupazione».

Le zone

Non solo l'area industriale veneziana, come detto, ma anche i comuni del Polesine. «Una vittoria di tutti. Di tutto il territorio - dice Marinese - sono stato portavoce di una richiesta diventata sempre più urgente. Ringrazio il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano e l’onorevole Giorgia Andreuzza della Lega che non ha mai mollato, il sottosegretario Andrea Martella per aver fatto da collegamento con il governo». Già il 2 agosto 2017 la conversione in legge del decreto per la crescita economica del Mezzogiorno, alla Camera, portò alla ribalta la strategia delle Zes per costruire condizioni in grado di assicurare un futuro ai siti industriali del Paese. 

L'ordine del giorno

«Le Zes - dichiarava all'epoca l'onorevole Michele Mognato di Articolo Uno Mdp - si contraddistinguono per i benefici fiscali che derivano dal credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi, e per la possibilità di usufruire di alcune semplificazioni procedurali e doganali per realizzare condizioni favorevoli alle imprese insediate, o che hanno intenzione di insediarsi». Mognato presentò un ordine del giorno in cui chiedeva che la Zes fosse concessa anche a Porto Marghera. Qualche mese più tardi, a ottobre 2017, Vincenzo Marinese è diventato presidente degli industriali veneziani e di Rovigo, continuando a sostenere l'approvazione delle Zes in queste aree. 

Cosa sono

Spiegava Marinese all'assemblea di Confindustria di inizio 2019: «Sono formidabili strumenti di crescita che a livello internazionale hanno dato prova di favorire lo sviluppo dei mercati e delle economie alimentando lo sviluppo economico di Paesi come la Giordania, il Marocco, la Turchia e, in Europa, la Polonia. La normativa europea ci consente di attivare agevolazioni e supporti economici alle aziende in specifiche aree. Per il Comune di Venezia: Porto Marghera, Campalto, Murano, Arsenale, Zona Portuale e Tronchetto. Abbiamo stimato che si potrebbero attrarre risorse su 385 ettari a destinazione produttiva, oggi inutilizzati o abbandonati. In questi siti possono esserci investimenti, con crediti d’imposta ed esenzioni e riduzioni sui contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori. Il tutto insieme a semplificazioni amministrative, che rendano meno burocratica l’acquisizione delle autorizzazioni necessarie agli insediamenti produttivi. Attualmente la legge italiana consente le Zes soltanto alle Regioni del sud Italia. Ma l’Europa, sulla Zes, non ci pone vincoli. Questo è un passo ricco di prospettive».

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