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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Stra

Trecento chili di droga e 50 arresti a Padova, coinvolti anche in Riviera

Una indagine di due anni ha sgominato una organizzazione per lo più marocchina di importazione di hashish. Operazioni pure a Stra e Chioggia

Trecento chili tra hashish e cocaina sono stati sequestrati nell'ambito dell'indagine denominata 'Zatla' (hashish in arabo), durata circa 2 anni, e che portato all'arresto di una cinquantina di persone in un'operazione della squadra mobile di Padova. L'operazione più imponente di questo tipo nel capoluogo euganeo. In passato erano state arrestate altre 20 persone.

Come spesso accade in questi casi l'operazione ha superato i confini provinciali per sfociare anche nel Veneziano. Soprattutto nella Riviera del Brenta. Un indagato di nazionalità marocchina residente a Treviso, infatti, è titolare di una macelleria a Stra. Un'altra persona finita nel mirino, invece, sarebbe residente a Chioggia. Tre in tutto i casi per cui gli uomini della squadra mobile lagunare sono intervenuti.

Gli investigatori hanno calcolato che a Padova arrivavano 30 chili di hashish a settimana, droga che veniva acquistata ad un prezzo variabile tra i 15 e i 20 mila euro al chilo, avendo un elevato principio attivo. Le operazioni hanno interessato principalmente la provincia padovana e veneziana oltre a città della Lombardia, Toscana e Liguria. La polizia ha eseguito catture anche nei confronti di italiani che cooperavano con i narcotrafficanti marocchini acquistando grosse partite, ottenendo notevoli profitti e permettendo ai vari clan di importare grosse quantità di droga, grazie a fidati e sicuri referenti sia in Marocco che in Spagna, Francia, Belgio ed Olanda.

Alcuni indagati avevano tra l'altro disponibilità di case dell'Ater e gestivano esercizi commerciali (macellerie arabe e bar). Gli indagati col maggior spessore criminale sono risultati stanziali in Italia ormai da anni, in regola con le norme sul soggiorno, con un lavoro e spesso con famiglia. Il lavoro lecito che molti stranieri svolgevano era finalizzato a garantire la permanenza in Italia e tenere un 'basso profilo' per non destare attenzione delle forze dell'ordine. (Ansa)

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