rotate-mobile
Cronaca

Non perdono il vizio: blitz contro ex Mafia del Brenta, cinque arresti

La polizia dall'alba di mercoledì ha condotto decine di perquisizioni in Riviera, sia nel Padovano che nel Veneziano. Droga e armi illegali

Operazione della polizia di Padova e di Venezia contro un'organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di droga. Nelle ultime ore, al termine di un'indagine della squadra Mobile, avviata un anno fa, gli agenti hanno effettuato decine di perquisizioni lungo l'asse Padova-Venezia, con l'obiettivo di smantellare un sodalizio ben radicato sul territorio. L'operazione denominata "Countryman" è stata coordinata dal pm Federica Baccaglini e dal giudice per le indagini preliminari Cristina Cavaggion.

TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI. Sono cinque le persone, tutte italiane - tra loro anche appartenenti all'ex Mala del Brenta - sulle quali gravano ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari con l'accusa di traffico di stupefacenti. Un'organizzazione di difficile penetrazione, le comunicazioni erano effettuate da cabine telefoniche o da cellulari con utenze conosciute solo con i solidali.

GIOVANE LEVA DI FELICE MANIERO. A capo dell'organizzazione criminale, Roberto M., 40 anni, nato a Piove di Sacco, residente a Brugine. L'uomo, con precedenti per droga e rapina, era la giovane leva di Felice Maniero, l'ex boss della Mala del Brenta. Era lui a gestire l'attività, concentrata prevalentemente nel Piovese. La droga, soprattutto cocaina, proveniva dai Balcani, principalmente dall'Albania. Il 40enne si recava personalmente a fare rifornimento, assieme ad Alan P., 38 anni, residente a Mestre (Venezia). Il ruolo di quest'ultimo era appunto quello di fare il "carico" di stupefacente destinato a Padova.

I RUOLI ALL'INTERNO DELL'ORGANIZZAZIONE. Ruoli decisivi erano, invece, quelli di Marina S., 54 anni, di Fossò (Venezia), e di Marianna B., 39 anni, di Piove di Sacco. La prima fungeva da "cassiera": il suo compito era di custodire i proventi in contanti. Nella sua abitazione sono stati trovati 165mila euro in banconote. La seconda era invece la depositaria dei proventi. Le due donne sono stata sottoposte a ordini di custodia domiciliare in quanto incensurate. Infine, Giuseppe F., 40 anni, di Piove di Sacco, era il braccio destro di Roberto M.

CLIENTELA DI UN CERTO TIPO. La clientela era di alto livello. Si parla di acquirenti in grado di procurarsi la droga direttamente dai fornitori. Lo smercio avveniva nei grossi centri urbani, tra cui Padova, e le dosi non erano mai inferiori a 50-100 grammi alla volta. Per questo motivo, le perquisizioni della squadra Mobile non hanno permesso il rinvenimento di ingenti quantitativi di stupefacente: in totale, è stato seqeustrato un chilo di sostanze, tra cocaina ed eroina.

VILLA_2-2LA VILLA IN STILE LIBERTY A BRUGINE. Nell'ambito dell'indagine, particolari sospetti sono concentrati su una villa in costruzione in stile "liberty" a Brugine, intestata a Roberto M. L'ipotesi degli investigatori è che i lavori per la sua edificazione siano stati pagati con i proventi dell'attività illecita. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di un'altra ventina di persone, che attualmente risultano indagate. 200 circa i clienti.

IL GOVERNATORE ZAIA. “Ringrazio carabinieri e polizia per il loro impegno, portato avanti nonostante la carenza di uomini e mezzi, e all’interno di leggi che spesso non aiutano ad assicurare definitivamente alla giustizia i trafficanti di droga”. Con queste parole, il governatore del Veneto Luca Zaia si complimenta con gli uomini del Nucleo investigativo dei carabinieri e con la polizia di Padova per le diverse operazioni che tra martedì e mercoledì hanno portato alla luce altrettante reti criminali operanti in tutto il Veneto nel mondo dello spaccio di droga.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Non perdono il vizio: blitz contro ex Mafia del Brenta, cinque arresti

VeneziaToday è in caricamento