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Cronaca Quarto d'Altino

Da Catania a Venezia per "esportare" il proprio dominio nella prostituzione

Tre gli arrestati nella notte in un residence a Quarto d'Altino. Si tratta di esponenti di spicco di un'organizzazione egemone nella città etnea che voleva allargarsi anche in Veneto

Volevano allargarsi anche al Veneto, tanto andavano bene gli affari. Per questo tre cittadini romeni erano saliti dalla Sicilia per stabilirsi in un residence di Quarto d'Altino con alcune ragazze da sfruttare e da far prostituire. La loro organizzazione, del resto, a Catania era egemone. Controllava le zone più "redditizie" della città etnea e non si faceva remore a usare violenza contro le donne finite loro malgrado nel "giro rivale". Le bastonava senza pietà o chiedeva loro una sorta di tassa di 50 euro per poter sostare nelle loro zone. Questa struttura criminale, però, è stata sgominata grazie a un'indagine condotta dalla squadra mobile catanese e quella veneziana, che ha portato all'arresto di dodici persone, di cui tre a Quarto d'Altino, un 27enne, una coetanea e un 35enne.

La costola "veneziana" dell'organizzazione era tutt'altro che secondaria. Anzi. A S.V., il 35enne, viene contestato il ruolo di capo promotore dell’associazione per delinquere, al giovane 27enne quello di suo luogotenente e la donna, invece, è sospettata di essere stata l'anello di congiunzione tra le prostitute e gli sfruttatori. Era l'"ape regina", figura che si ritrova spesso in questo tipo di strutture. Come "donna di fiducia del capo" stava in strada e controllava che tutto filasse liscio. Soprattutto a lei spettava il compito di assicurarsi che nessuna di loro spifferasse qualcosa alla polizia o che si intascassero una percentuale dei guadagni, magari per inviarli in Romania ai familiari.

Proprio ciò che è accaduto a Catania. Le indagini, durate tre anni, sono infatti scattate dopo la testimonianza a novembre 2010 di due prostitute romene che hanno rivelato agli inquirenti l'esistenza di questa organizzazione. Da lì poi, risalendo i vari anelli della catena criminale, si è arrivati agli arresti odierni.

Quando gli agenti della squadra mobile nella notte tra l'1 e il 2 marzo hanno fatto irruzione nei due appartamenti del residence di Quarto d'Altino, hanno riscontrato una situazione di evidente sovraffollamento e una grave carenza di igiene. Alcuni degli indagati erano anche affetti da “scabbia”. Per questo è stata allertato il Comune per i conseguenti interventi di igiene e salute pubblica. Oltre ai tre arrestati altre sei persone sono state accompagnate in questura per l’adozione del provvedimento di allontanamento.

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