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Cronaca

Cade il primato della terraferma, la droga diventa questione "centrale"

Tre arresti in laguna: un condannato a 5000 euro di multa e a due anni di reclusione a Cannaregio, cameriere e cittadino colombiano trovati con mezzo chilo di cocaina e di ecstasy

Si allarga il circuito veneziano della droga, trovando terreno fertile nel centro storico e facendo decadere il primato della terraferma. Finanzieri e carabinieri hanno, infatti, messo in luce come i trafficanti lagunari non si limitino alla compravendita delle sostanze stupefacenti, ma abbiano al contrario fissato le proprie basi e i propri depositi nella stessa città.

 

Tre gli uomini arrestati in seguito alle indagini delle forze dell'ordine. Uno di loro, Matteo Orio, residente a Cannaregio, è stato ieri processato, con rito direttissimo, dal giudice monocratico di Mestre e condannato a due anni di reclusione (con la condizionale) e 5000 euro di multa. Nella sua abitazione i finanzieri della stazione navale della Giudecca avevano recuperato 26 grammi di eroina, già divisi in una quarantina di dosi, un bilancino, utilizzato probabilmente per pesare la droga, e 1450 euro. Al "pesce grosso" gli agenti sono arrivati dopo aver trovato in possesso di alcuni grammi di eroina un ragazzo, fermato nel suo barchino per eccesso di velocità.

Un giovane cameriere di un locale di San Marco e un suo amico di origine colombiana sono stati, poi, fermati dai carabinieri. Il primo è stato fermato alla guida della sua automobile in via Righi, prima cioè che riuscisse ad entrare in centro storico e a disperdere le proprie tracce. Probabilmente gli agenti lo stavano tenendo sott'occhio da qualche settimana e, per intervenire, hanno aspettato di poterlo cogliere con le mani nel sacco, di trovare a casa sua sia l'amico straniero spacciatore sia la droga. Nel corso della perquisizione, sono stati, infatti, sequestrati mezzo chilo di cocaina e un altro mezzo chilo di Mdma (metilenediossimetanfetamina), la sostanza chimica usata per le pastiglie di ecstasy, la droga più venduta nelle discoteche, soprattutto tra i giovanissimi, perché abbastanza economica. Interrogati dal giudice Giuliana Galasso, i due malviventi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma sono stati convocati lunedì dal pubblico ministero Paola Mossa, il magistrato che ha coordinato le indagini.

 

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