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Cronaca

Greci corrieri per crisi sbarcano a Venezia con auto zeppe di droga

Tre gli arresti tra domenica e martedì. In manette prima una 50enne e poi uno zio e una nipote di 48 e 32 anni. Sequestrati 55 chili di marijuana

Arrivano al porto spesso con un trolley, dicendo di andare in vacanza per qualche settimana. O con somme di soldi insufficienti per garantirsi il soggiorno raccontato alle forze dell'ordine. Continuano i sequestri di droga da parte dei finanzieri del II Gruppo e i funzionari dell’ufficio Dogane di Venezia, in servizio alla sezione operativa territoriale marittima. Gli ultimi in ordine di tempo hanno portato all'arresto di tre persone, in due controlli distinti.

Uno si è svolto domenica, quando sono scattate le manette per una 50enne, l'altro martedì, che ha coinvolto zio (48 anni) e la nipote (32 anni). Tutti e tre gli arrestati erano salpati dal porto di Patrasso alla volta della città lagunare, facendo scalo a Igoumenitsa. Una tendenza che le fiamme gialle stanno riscontrando sempre più giorno dopo giorno: per la crisi economica aumentano i greci contattati da organizzazioni che gestiscono il commercio della droga, il più delle volte albanesi, che accettano di fare da corrieri.

Nel primo caso per non destare sospetti la donna aveva scelto di viaggiare con una vecchia Fiat Multipla. Alle domande di rito aveva risposto che doveva raggiungere Innsbruck (in Austria) per trascorrere un breve periodo di ferie con alcuni amici. A bordo, però, aveva solo un piccolo trolley. E di certo il suo comportamento non poteva dirsi sereno. Per questo sono stati approfonditi i controlli sui documenti del veicolo, di cui la 50enne risultava proprietaria solo da una ventina di giorni. L’intervento delle unità cinofile dei baschi verdi, poi, hanno confermato i sospetti: “Raba” e “Sonny”, infatti, con il loro fiuto hanno segnalato la marijuana nascosta sotto i sedili anteriori della vecchia Fiat Multipla.

Stesso esito anche per il sequestro di due giorni più tardi, con identica modalità di occultamento: l'organizzazione aveva creato delle specie di "botole". Dei soppalchi sotto cui erano nascosti i panetti di droga. Oltre 28 chili nel primo caso, oltre 27 nel secondo, quando a finire nel mirino dei finanziari sono stati uno zio e una nipote. La coppia di “turisti” doveva, a suo dire, raggiungere Stoccarda, in Germania, a bordo di una vecchia Renault Scenic.

Con ogni probabilità la droga doveva effettivamente superare le Alpi, e finire nelle mani di una organizzazione albanese. L'agganciato sarebbe stato lo zio, intestatario del veicolo ma sprovvisto di patente di guida. Quindi avrebbe chiesto aiuto alla nipote. In tutto sono stati requisiti 58 panetti che, se immessi sul mercato, avrebbero garantito un guadagno di mezzo milione di euro per una "regia" che sembrerebbe essere unica.

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