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Cronaca

Truffavano società di spedizione facendo "sparire" carichi di ghisa

Una decina di provvedimenti cautelari eseguiti stamattina. L'indagine ha permesso di scoprire un sodalizio dedito a raggiri e atti falsi cui partecipavano anche camionisti compiacenti

Una decina di provvedimenti cautelari sono stati eseguiti dai carabinieri di Venezia in alcune città del Veneto, ad Ascolo Piceno e Reggio Calabria nell'ambito di un'indagine che ha permesso di sgominare un gruppo dedito a truffe, all'appropriazione indebita e atti falsi.

L'indagine, coordinata dalla procura della repubblica del capoluogo lagunare, ha consentito di scoprire l'operato del gruppo che con sottili raggiri è riuscita a truffare nove società di spedizioni del centro e nord Italia, cui venivano fatti 'sparire' carichi di materiali grezzi ferrosi, specie ghisa, con la collaborazione di camionisti compiacenti. Il danno complessivo subito dalle aziende si aggira sul milione di euro.

 

Grazie a un gioco di subappalti e di società costituite e fatte "sopravvivere" giusto il tempo dei viaggi, la banda otteneva, in maniera fraudolenta, l'incarico di eseguire uno o più trasporti. Ma il carico non arrivava mai a destinazione. Sfruttando il "dedalo" di società il materiale "spariva". E con esso anche gli stessi camionisti, di cui si perdevano le tracce e che viaggiavano su mezzi con targhe contraffatte. Sono stati documentati almeno 24 casi di questo tipo in sei mesi.


In carcere sono finiti: Michelangelo Mercuri, 28 anni residente a Camponogara, Luigi Surian, 47 anni di Eraclea, Francesco Surian, 45 anni di Eraclea, Francesco Salvadori, 44 anni residente a Villorba (Treviso), Abele Paolo Rodà, di 60 anni di Mira. Misure restrittive, con obbligo di dimora, sono state prese, invece, per Constantin Duminica, cittadino di nazionalità romena di 49 anni residente a Mestre; Cristian Mercuri, di 23 anni di Polistena (Reggio Calabria); Petru Curca, moldavo di 48 anni residente a Padova e Virgilio Taglioni, di 67 anni residente a Fermo.

 

Nel corso dell'operazione è stato eseguito un sequestro preventivo di quindici mezzi di trasporto per un valore equivalente di un milione di euro. Il materiale ferroso trasportato e mai consegnato è stato quasi interamente rivenduto da un commerciante 69enne di Rubano, nel Padovano, che provvedeva a piazzarlo sul mercato. Per lui è scattata la segnalazione in stato di libertà per il reato di ricettazione. Continuano le indagini per capire se le aziende che si approviggionavano da lui fossero al corrente che quei materiali "scottavano".

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