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Cronaca

Bombe nella sede della Lega, fermato un sospetto appartenente agli ambienti anarchici

Juan Antonio Sorroche Fernandez, latitante spagnolo, si nascondeva da tempo nei boschi del Bresciano con l'aiuto di un amico. Due ordigni erano stati piazzati a Villorba (Treviso), uno dei quali esploso

I fatti risalgono ad agosto scorso. Due ordigni esplosivi erano stati ritrovati all'esterno della sede trevigiana della Lega, al K3 di Fontane di Villorba. A comunicarne la presenza alla polizia era stata una cellula anarchica, la Haris Hatzimihelakis/Internazionale nera 1881-2018. In questi giorni, in seguito a un'indagine coordinata dalla procura di Venezia, la polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di un uomo sospettato di aver eseguito materialmente l'azione: si tratta di Juan Antonio Sorroche Fernandez, un 42enne spagnolo che da anni (almeno dal 2002) frequenta gli ambienti anarco-insurrezionalisti del Nord Italia.

Le bombe

Sul posto erano intervenuti artificieri, polizia, vigili del fuoco e Suem 118. La prima deflegrazione non aveva causato feriti, mentre la seconda bomba era stata disinnescata. I fatti erano stati trattati dai colleghi di TrevisoToday. Di fatto l'operazione era stata escogitata come una trappola: la prima esplosione serviva ad attirare l'attenzione, mentre la seconda bomba sarebbe dovuta esplodere proprio al momento dell'arrivo degli agenti, che però si sono accorti del filo sulle scale che avrebbe dovuto attivare l'innesco e hanno evitato il botto. Le bombe erano artigianali, realizzate con delle pentole a pressione riempite con polvere pirica e chiodi. Sui cavi (ma anche sulla lettera inviata per rivendicare il gesto) sono state individuate delle tracce di dna riconducibili a Sorroche.

Si nascondeva nei boschi del Bresciano

Per indagare sulla vicenda è stato costituito un gruppo investigativo formato dal Servizio centrale di prevenzione e da personale delle Digos di Venezia, Brescia, Treviso e Trento. Dopo alcuni mesi gli investigatori sono riusciti a risalire al sospetto responsabile, il quale ha a carico anche varie condanne (in totale 6 anni di reclusione, con ordine di cattura emesso dal tribunale di Torino) per altri tipi di reati: perlopiù di ordine pubblico, furti e rapine. Lo spagnolo si nascondeva tra i boschi della Val Trompia, in località Marmentino, nel Bresciano. Si spostava di rifugio in rifugio con la complicità di un amico del posto, Manuel Oxoli, 38enne bresciano, anche lui appartenente agli ambienti anarchici. Il personale della Digos ha individuato il 13 maggio la zona in cui l'uomo si rifugiava e, dopo una serie di appostamenti e pedinamenti tra i sentieri di montagna, li ha bloccati entrambi nella giornata del 22. Oxoli è stato arrestato per favoreggiamento.

I precedenti: No Tav e furto della fiaccola olimpica

Sorroche ha un lungo "curriculum" come partecipante ad azioni di tipo eversivo e disordini vari: negli anni ha gravitato nelle zone di Torino, Genova, a Rovereto (Trento) e Bologna. In Piemonte era in contatto con gli ambienti No Tav e con le 6 persone che sono state arrestate a febbraio 2019 in un'operazione di sgombero di un centro sociale del capoluogo. Un episodio curioso risale al 2006, quando, a Trento, Sorroche rubò la fiaccola olimpica di mano alla tedofora che stava percorrendo il centro della città (l'occasione erano le Olimpiadi invernali di Torino). A Bologna si era reso responsabile di una rapina. Le indagini sui fatti di Villorba proseguono per individuare eventuali complici.

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Il filo che avrebbe dovuto innescare la seconda bomba

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