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Cronaca Martellago

Profugo assassinato a Camin dopo la rissa, fermato presunto omicida

Un liberiano di 31 anni, anche lui in Italia per motivi umanitari, domiciliato all'Arcella, ma residente a Martellago e fermato a Vicenza, è ritenuto il responsabile dell'uccisione di Terry Ayaga, lunedì scorso

Arrestato il presunto assassino di Terry Ayaga, il 34enne nigeriano, con permesso di soggiorno per motivi umanitari, ucciso al culmine di una lite tra extracomunitari, all'alba di lunedì, al club "Le Parisien" a Camin, nel Padovano. I carabinieri del comando provinciale di Padova ritengono di avere ricostruito l'intera dinamica del delitto e parlano di "gravi indizi di colpevolezza" nei confronti di un 31enne liberiano, anche lui in Italia per motivi umanitari. Lo straniero, con domicilio a Padova all'Arcella, sarebbe residente a Martellago. I militari lo avrebbero fermato in un appartamento a Vicenza, con ancora gli indumenti intrisi di sangue. Per ora il giovane nega ogni addebito.

L'ARRESTATO. Il presunto omicida, in Italia dal 2005, da ulteriori accertamenti è risultato gravato da una serie di precedenti per rapina, spaccio, guida senza patente, nonché tentato omicidio. Nel 2009, infatti, a Vigonovo, in provincia di Venezia, tento di colpire con un machete un connazionale. Nonostante i reati commessi fino ad oggi, non gli era mai stato revocato il permesso di soggiorno per motivi umanitari. La notte in cui Terry Ayaga è stato ucciso, la sua Bmw X5 è stata ripresa più volte dalle telecamere di videosorveglianza della zona industriale.

I FATTI. L'efferata lite tra extracomunitari era scoppiata intorno alle 5.30, su una scala all'esterno del club afro "Le Parisien", locale frequentato soprattutto da stranieri, all'angolo con via dell'Artigianato, in zona Camin. Il capannone nel quale è stato ricavato il locale, gestito da un nigeriano, è di proprietà di un italiano. Ad avere la peggio durante la rissa era stato il 34enne nigeriano, Terry Agaga, regolare in Italia con permesso di soggiorno rilasciato dalla questura di Padova nel settembre 2014 per motivi umanitari, incensurato, soccorso dai sanitari del Suem 118 a terra con una profonda ferita al collo e deceduto poco dopo in ospedale.

LA PISTA DELL'OMICIDIO. I carabinieri del Nucleo investigativo avevano sin da subito lasciato aperta ogni ipotesi sull'accaduto, compresa quella dell'omicidio, visto che l'uomo era stato visto litigare con un connazionale poco prima. Oltre al ferito, al momento dell'arrivo sul posto degli inquirenti si trovavano anche una cameriera in servizio nel locale, che ha telefonato al 118 per i soccorsi, un avventore che ha tamponato la ferita al collo dell'uomo e lo stesso titolare del club. Ancora da stabilire l'arma usata per le lesioni, forse un oggetto appuntito come un coltello, un punteruolo, ma anche un collo di bottiglia, che, colpendo il 34enne all'altezza della nuca, gli ha procurato un foro alla gola. L'uomo era andato nel locale con la sua bicicletta e senza telefono cellulare. Risultava ospite alla residenza Leopardi, mentre sempre a Padova si trova anche il fratello della vittima. L'area era stata transennata e posta sotto sequestro.

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