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Cronaca Stra

Rapina in gioielleria, il cerchio si chiude: arrestato quarto rapinatore

Il procuratore l'aveva anticipato mercoledì, il giorno dopo è stato preso in Lombardia. Nell'assalto di Stra era quello che teneva la pistola

Si chiude definitivamente il cerchio intorno alla banda che il 3 gennaio scorso si è resa responsabile della rapina alla gioielleria di Gianni Simionato, a Stra. Mercoledì le manette sono scattate ai polsi del quarto elemento ripreso dalle telecamere, un 48 enne di origini campane rintracciato nell'hinterland milanese: quello che nel corso della rapina aveva tenuto la pistola finta puntata contro il proprietario dell'attività. Non ancora rintracciata invece la refurtiva, del valore di 150 mila euro, probabilmente finita in un grosso canale di ricettazione destinato alla Campania.

All'uomo, pregiudicato, viene contestata anche l'evasione dagli arresti domiciliari cui era sottoposto. A dare la svolta alle indagini la collaborazione di alcuni cittadini di Stra (a cui sarà conferito un encomio solenne per il loro contributo); poi due mesi di controlli e pedinamenti serrati, con l'obiettivo di fermare la banda prima che tornasse in azione. In Lombardia i banditi, seguiti a loro insaputa dagli investigatori, avevano camminato per ore per i sopralluoghi in vista della successiva rapina in programma, che avrebbero dovuto portare a termine a Ponte San Pietro, vicino a Bergamo. Gli arresti sono scattati appena in tempo, 24 ore prima del momento previsto per il nuovo assalto.

Che fossero dei professionisti si è capito anche da come comunicavano al telefono (in codice le gioiellerie erano ristoranti), ma soprattutto da come sceglievano i loro obiettivi e preparavano accuratamente il campo prima di colpire: a Stra era finita nel mirino la gioielleria di Simionato proprio perché c'era una persona sola dentro, oltretutto di una certa età (gli obiettivi scelti erano sempre tra i 60 e i 65 anni) e di piccola statura, in modo da averne facilmente ragione in caso di scontro corpo a corpo. Una rapina preparata già da settembre, con sopralluoghi e poi piccoli acquisti per entrare in confidenza con il titolare. Modus operandi che era stato replicato in modo identico a Ponte San Pietro: nelle intercettazioni telefoniche si sente uno di loro dire all'altro: "Fattelo buono".‏

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