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Cronaca

"Rubare ai ricchi non è peccato", 70enne veneziano di parola: arrestato

V.P. aveva esposto la sua teoria in un libro. Poi l'ha messa in pratica. E' finito in manette accusato di far parte di una "cupola" che gestiva un giro di carte di credito rubate

Dapprima l'aveva teorizzato in un libro e poi l'ha messo in pratica: "Rubare ai ricchi non è peccato". Così V.P., 70enne veneziano, è entrato a far parte del gruppo di vertice di una banda composta da una ventina di persone che tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia rubava carte di credito a turisti, ne acquisiva i codici magnetici e poi provvedeva a spendere in oggetti di lusso e non solo. La squadra mobile di Gorizia ha accertato che dall'estate a oggi sono stati spesi centinaia di migliaia di euro.

Le indagini, coodinate dal dirigente Claudio Culot, sono iniziate dopo la denuncia di un commerciante del centro goriziano. Gli agenti hanno individuato le due persone che avevano tentato un acquisto di valore con una carta di credito risultata falsa. I due erano inseriti in una organizzazione articolata in un gruppo di vertice composto da cinque persone tra le quali il veneziano, sottoposte all'obbligo di firma, che acquisiva i codici magnetici, e da uno più numeroso, una quindicina di persone tutte indagate, che provvedeva a fare acquisti.

Le accuse sono di uso fraudolento di carta di credito. Le vittime sono soprattutto turisti - specie statunitensi - che giungevano in vacanza in Veneto. La banda agiva sull'asse Venezia-Gorizia. Il gruppo dedito allo shopping operava tra Italia e Slovenia, utilizzando il denaro in negozi, centri commerciali, distributori di carburante per migliaia di transazioni attraverso le quali sono stati acquistati cellulari, pc, costose stufe, capi d'abbigliamento griffati. Sono state compiute 27 perquisizioni dalla Mobile di Gorizia, Venezia, Treviso e Pordenone, rinvenendo carte di credito false, skimmer, documenti vari, iPhone. (Ansa)

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