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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Profughi, l'appello del prefetto: "Trovare subito 318 posti letto"

Lettera di Cuttaia a tutti i sindaci lagunari. Si guarda a caserme ed edifici pubblici: "Se tutti collaborassero sarebbero nove ospiti per Comune"

I sindaci hanno già alzato la voce da più parti per sottolineare che "i posti sono finiti" e che quindi serve bloccare i trasferimenti dei profughi nel Veneziano e nel Veneto in generale. Inevitabile che l'arrivo di 36 profughi siriani nella struttura vacanze "Morosini" del Lido di Venezia di mercoledì sera scatenasse di nuovo un vespaio di polemiche, cui però la prefettura contrappone i "freddi" numeri. Ossia che da qui in avanti serve trovare, pure in maniera veloce, ulteriori 318 posti letto. Perché gli sbarchi continuano e la quota di profughi assegnata al Veneto è ancora lontana dall'essere raggiunta.

Lo sottolinea proprio il prefetto Domenico Cuttaia nel testo dell'ennesimo appello inviato a tutti i rappresentanti degli enti locali lagunari: "Al Veneto è stata assegnata a suo tempo una quota di 3742 migranti, ma al momento è stata raggiunta la cifra di 2224 persone accolte - si sottolinea - Fin dal gennaio 2014 la preoccupazione dei prefetti del Veneto è stata di distribuire i migranti per piccoli gruppi sul territorio, avvalendosi di strutture di accoglienza del volontariato e di gestori di piccoli alberghi. Ma l'ulteriore afflusso di migranti, a fronte del quale si è esaurita la disponibilità alloggiativa, rende assolutamente necessario individuare altre soluzioni".

Quell'"assolutamente" è esplicativo dell'urgenza dell'appello rivolto ai sindaci. La prefettura naturalmente punta principalmente su due punti per inertizzare eventuali critiche: in primis i 318 posti che mancano ancora all'appello, se fossero distribuiti equamente su tutto il territorio, risulterebbero nove per ogni Comune. Niente di esorbitante. In secondo luogo i costi di eventuali oneri di restauro o di messa a norma di caserme o edifici pubblici (magari non utilizzati da tempo) sarebbero tutti a carico del ministero dell'Interno.

Le amministrazioni locali, dunque, non dovrebbero scucire nemmeno un euro: "Sia l'Esercito che la Croce Rossa hanno rinnovato l'offerta di mettere a disposizione i mezzi necessari, come letti, attrezzature e arredi di base - si dichiara nel documento - La Prefettura rinnova la propria disponibilità a un incontro per esaminare le problematiche di accoglienza sul piano operativo di breve, medio e lungo periodo". Il tempo stringe, dunque, e gli sbarchi continuano. Ma i posti letto ancora non sono stati individuati. Il prefetto dunque chiama tutti a raccolta, cercando in questo modo di sensibilizzare il mondo del volontariato, che già si sta esponendo in maniera pesante. Ma lo sguardo cade soprattutto sulle caserme e sugli spazi pubblici che potrebbero essere messi a disposizione dalle amministrazioni locali, risolvendo il problema.

"Sono otto i Comuni per ora interessati dall'accoglienza - sottolinea la Prefettura - sarebbe sufficiente accogliere, in media, nove persone per ogni Comune per completare il sistema di accoglienza diffusa. Altrimenti serviranno altre soluzioni, già allo studio, che non potrano gravare sui territori che già ospitano posti letto per i profughi". Oltre a Venezia, le altre amministrazioni che ospitano profughi (appoggiandosi ad albergatori, cooperative sociali e fondazioni) sono quelle di Mira, Cona, Mirano, Salzano, Spinea, Chioggia e San Michele al Tagliamento (quest'ultima in un "Ente morale del Demanio Statale in concessione al Comune" ne ospita ben 83). 

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