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Cronaca Favaro Veneto

Trecento piccoli azionisti in trincea, supportati dal prete "anti-usura"

Si è tenuta a Dese un'assemblea autoconvocata, e coordinata da don Torta. Nato un coordinamento che dovrà votare se ricapitalizzare Veneto Banca

Sotto al campanile di Dese, per decidere se approvare o meno la trasformazione di Veneto Banca in Spa. Per salvare l'istituto, ricapitalizzandolo con un miliardo di euro. Come riportano i quotidiani locali, il luogo di incontro doveva essere in mezzo ai campi, ma alla fine il tutto è stato gestito all'interno della parrocchia di don Enrico Torta, il prete che da molti anni si dedica alle battaglie politiche, dalle usure bancarie alle aperture festive dei grossi centri commerciali.

Si è trattata della prima assemblea autoconvocata dagli azionisti di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, piccoli o grandi azionisti accomunati dalla stessa sorte: il crollo della azioni finanziarie ed un futuro sempre più cupo. C'era chi ha comprato azioni e chi è stato costretto a farlo pur di ottenere un mutuo per la casa o un fido per la propria azienda. Tutti, adesso, sono seduti su carta straccia.

L'incontro è servito quanto meno a far nascere un nuovo coordinamento, con l'impegno di 3mila soci di andare a votare il 19 dicembre all'assemblea generale. La maggior parte, tuttavia, già nella mattina di sabato si è detta propensa a votare per il "no" alla trasformazione in Spa. Altri, invece, come l'associazione per Veneto Banca, vorrebbero votare a favore, per non rischiare di perdere ogni cosa, ma puntando allo sbarco in Borsa posticipato di almeno un anno, per evitare che il valore delle azioni possa crollare da 28 a 6 o addirittura 5 euro. Ma la paura più grande resta l'amministrazione straordinaria o, addirittura, la revoca dell'autorizzazione bancaria, come ha scritto agli oltre 88mila soci il presidente Pierluigi Bolla. Ovvero la fine di tutto. Dei risparmi di un'intera vita.

Don Torta nell'assemblea, è stato nominato coordinatore del gruppo, costituito in fretta e furia, per mettere assieme un numero di soci adeguato per andare al voto. Ed è toccato proprio al parrocco di Dese ammonire i presenti a rimanere uniti, poiché i giudici hanno finalmente aperto gli occhi, e si stanno muovendo di conseguenza. Il don, inoltre, si è premurato di organizzare un incontro con gli altri parroci delle diocesi di Venezia, Treviso e Padova, per informarli e cercare di coinvolgere quanta più gente possibile.

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