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Cronaca

Assemblea dei comunali, Brugnaro non si presenta: "Siamo pronti a sciopero e non solo"

Si è tenuta mercoledì. Il sindaco di Venezia, nonostante l'invito a partecipare, non ha voluto un faccia a faccia coi lavoratori. Oltre alla manifestazione, rischio vie legali

Cercavano risposte, ma non ne hanno avute. L'obiettivo dei dipendenti comunali, riunitisi mercoledì in assemblea con le rappresentanze sindacali, infatti, era quello di potersi confrontare con il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che però non ha colto l'invito a presentarsi e potersi confrontare con i lavoratori. Se le acque erano già agitate, quindi, ora si prospetta un grande sciopero per l'1 aprile, riguardante tutti i settori. E non solo: se non ci saranno spiragli di alcun tipo, infatti, la minaccia è quella di "agire in altro modo". Ossia per vie legali.

"Davvero un peccato che il sindaco Brugnaro non si sia presentato ai lavori dell’assemblea - dichiara Daniele Giordano, segretario generale Fp Cgil - probabilmente confrontarsi con i lavoratori per lui è una perdita di tempo. Avrebbe potuto interloquire con i tanti lavoratori del Comune che hanno partecipato e rendersi conto di come il processo di efficientamento dell’ente sta mettendo in ginocchio molti servizi della città".

"D’altra parte - continua - dopo più di un anno e mezzo di Amministrazione stiamo assistendo a scelte sulla gestione del personale di puro stampo padronale e ricattatorio, come dimostra il taglio di permessi per malattia, e di volta in volta mirati a distruggere un servizio dopo l’altro e licenziando lavoratori. Tutto questo assieme ad un uso aziendalistico del comune - continua - dalle strutture comunali alle partecipate, utile solo al proprio tornaconto di immagine ed economico e non della città.

COSA CONTESTANO I LAVORATORI - "Le condizioni di vita e di lavoro sono drasticamente cadute da quando l'attuale Giunta si è insediata due anni fa - spiegano le rappresentanze sindacali - Ogni speranza di cambiamento positivo è stata sepolta. Si è passati dall'ipotetica abolizione del cartellino, all'abolizione dei permessi per visite e terapie, alla cancellazione del part time come diritto, fino alle ronde di sorveglianza". Puntano il dito anche contro il "decurtamento" degli stipendi, sincadati e dipendenti: "calati in modo lineare, a partire da quelli delle fasce base di ogni categoria. Il salario di produttività è passato dai 10 milioni e 450 mila euro del 2014, col commissario Zappalorto, ai 4 milioni e 900 mila euro di fine 2015, anno primo della Giunta Brugnaro".

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