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Cronaca

"No ai campi-nomadi ghettizzati" Lettera a Zaia in difesa dei rom

L'associazione "21 Luglio" lancia la campagna e apre il dibattito: "Le leggi regionali invitano alla segregazione, serve più integrazione"

“Stop all’apartheid dei Rom”: è con questo slogan che martedì l’associazione “21 luglio” ha lanciato la propria campagna per invitare i presidenti delle Regioni ad abrogare le leggi regionali che istituzionalizzano i campi-nomadi, promuovendo invece politiche in favore dell’inclusione sociale di queste comunità. L’iniziativa è di carattere nazionale ma naturalmente riguarda da vicino pure il Veneto e la provincia di Venezia, dove negli ultimi anni non sono mancati momenti di tensioni e di polemiche proprio a causa della presenza dei campi-nomadi, soprattutto nell’hinterland mestrino.

Nell’ambito di questa campagna l’associazione presenta il rapporto “Questione rom: Dal silenzio dello Stato alle risposta di Regioni e Province”, per protestare contro ogni forma di discriminazione nei confronti di rom e sinti che vivono in Italia. “Da anni le istituzioni si basano sull’assunto infondato per cui queste comunità sarebbero nomadi, alimentando così la loro ghettizzazione e segregazione – scrivono i promotori dell’iniziativa -. Per questo, è opportuno abrogare le Leggi regionali che istituzionalizzano i campi-nomadi”. L’appello è rivolto ai governatori di Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Sardegna, Umbria e Friuli Venezia Giulia e chiede l’abrogazione immediata delle rispettive normative regionali in materia.

“Dei circa 170 mila rom e sinti che vivono in Italia, 40 mila vivono all’interno dei campi-nomadi – si legge nel documento diffuso dall’associazione -. Dal 1984 sono state approvate leggi ad hoc che prevedono la creazione di insediamenti per comunità erroneamente ritenute “nomadi”, ovvero incapaci e non desiderose di adattarsi ad una vita in una abitazione convenzionale. Negli anni le Leggi regionali hanno di fatto legittimato e sostenuto politiche incentrate sulla costruzione di insediamenti riservati ai soli rom, in spazi isolati, recintati, distanti dalla città e lontani dai diritti, favorendo così la ghettizzazione, la stigmatizzazione e la segregazione delle comunità rom e sinte in Italia”. La lettera arriverà pure sul tavolo di Luca Zaia, il dibattito è aperto.

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