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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Castello / Salizada San Francesco Della Vigna

Attentato Morion, indagini a 360 gradi: matrice politica o un gesto isolato?

Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi: l'attacco incendiario di domenica (non andato a buon fine) potrebbe provenire da frange opposte ai centri sociali o, al contrario, dal "proprio interno"

Continuano a 360 gradi le indagini sull'attentato fallito domenica mattina nei confronti del Laboratorio Morion, nel sestiere Castello. Due giovani, con il volto parzialmente coperto dal cappuccio della felpa, hanno dapprima tentato di incendiare la porta d'ingresso del centro, il cui principio di rogo è stato spento da una signora residente a ridosso dello stabile, e poi gettato all'interno attraverso una finestra una molotov rimasta inesplosa.

I carabinieri della compagnia di Venezia, intervenuti per i rilievi subito dopo il fatto, hanno sequestrato la bottiglia incendiaria, su cui verranno effettuati degli esami nei prossimi giorni, e stanno procedendo in tutte le direzioni, con la collaborazione della Digos, anch'essa impegnata nel dare un nome agli attentatori.

I due giovani, definiti da Tommaso Cacciari, uno dei portavoce degli attivisti del centro sociale, "dei vigliacchi", sicuramente veneziani stando alla testimonianza della vicina che ha parlato con loro, potrebbero appartenere a qualche frangia politica opposta, o, al contrario, potrebbero aver deciso l'azione proprio per eventuali screzi scoppiati all'interno del Morion nei giorni scorsi.

Entrambe le piste vengono tenute in considerazione per ora, come anche quella del gesto "isolato" ed estemporaneo. Le telecamere di sorveglianza che sarebbero presenti in zona dovrebbero aiutare le indagini, che puntano a capire anche da dove i due giovani siano arrivati. Il fatto che abbiano usato il carburante del serbatoio di un barchino per appiccare le fiamme su dei sacchi della spazzatura farebbe propendere per l'ipotesi che siano giunti da qualche rio o canale nelle vicinanze.

In ogni caso sono stati molti gli errori commessi dagli "attentatori": in primis quello di aver scambiato qualche parola con la donna che poi avrebbe spento il principio d'incendio per giustificare la propria presenza. Anche l'orario dell'azione desta qualche perplessità: alle sette di mattina, infatti, era probabile essere visti nelle vicinanze del Morion, come poi effettivamente è successo. Ieri e oggi i carabinieri, infatti, hanno ascoltato alcuni testimoni che avrebbero visto gli attentatori aggirarsi in zona.

 

"L‘abbraccio che tutto il quartiere ci ha tributato è per loro (gli attentatori, ndr) la prima lezione - recita una nota del centro sociale Morion - La seconda lezione ci riserviamo di impartirla noi a questi vili che pensano di bruciare il nostro Laboratorio per chiudere in questa città spazi di critica, di lotte ambientali, di cultura e di socialità. Questo attacco non fa che renderci più forti e chi ha pensato di intimidirci da oggi ha un bel problema".

 

BEPPE CACCIA E CAMILLA SEIBEZZI - I consiglieri comunali della Lista civica "in Comune", Camilla Seibezzi e Beppe Caccia, hanno inviato questa mattina un messaggio di solidarietà agli attivisti del Laboratorio Morion: "E' evidente che, se qualcuno pensava di spaventarvi con questo gesto stupido, vigliacco e pure maldestro, ha davvero fatto male i suoi conti - dicono -. Siamo colpiti, ma nient'affatto stupiti, dalla vastissima solidarietà che in queste ore sta abbracciando il Morion. E, altrettanto, dagli indecenti silenzi: c'é anche chi da anni, come un disco rotto, indica nella vostra esperienza un nemico da isolare".

 

ATTENTATO AL MORION: INCENDIO E MOLOTOV INESPLOSA

 

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