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Cronaca

Sicurezza, a Mestre le pattuglie arrivano in un minuto. «Ma serve cultura della legalità»

Il questore Masciopinto ha descritto lo schema dei pattugliamenti in città. «Più agenti sulle strade e risultati soddisfacenti, nonostante delle criticità». Nuovi progetti in vista: un ufficio di polizia hi-tech a Venezia e un dossier sui luoghi abbandonati

Un'organizzazione più efficiente delle forze dell'ordine e tempi di reazione più rapidi, soprattutto a Mestre e terraferma: in centro le pattuglie ora ci impiegano tra i 60 e i 90 secondi a spostarsi da un intervento all'altro, forti anche dell'aumento dell'organico ottenuto negli ultimi due anni. «Quando sono arrivato a Venezia c'erano 120 uomini, ora sono 180, con un ringiovanimento dell'età media - ricorda il questore Maurizio Masciopinto - Negli ultimi mesi abbiamo riorganizzato i quadranti operativi, che sono passati da una suddivisione "a spicchi" ad una fatta a cerchi concentrici. In questo modo, tra polizia e carabinieri, riusciamo a essere presenti nel 95% degli interventi segnalati. Lo schema di gioco, poi, è completato dalle auto della guardia di finanza e dalla polizia locale, che si muovono all'interno di questo quadro coordinato ma in maniera autonoma».

Baby gang, violenze e "disagio giovanile"

Il risultato, secondo il questore, è che il territorio è meglio monitorato: nonostante alcuni episodi di violenza che hanno fatto un certo scalpore nelle ultime settimane, infatti, «i dati su persone verificate, bloccate e sul controllo del territorio ci lasciano soddisfatti». Masciopinto, chiamato oggi per un'audizione in II commissione al Comune di Venezia, ha fatto un'ampia panoramica dei temi legati alla sicurezza della città. Il filo conduttore è stato ancora una volta il binomio tra l'aspetto repressivo della sicurezza, quello che spetta alle forze dell'ordine, e l'aspetto educativo e sociale, su cui invece devono concentrarsi le istituzioni.

«La sicurezza è un puzzle in cui ciascuna tessera deve andare al suo posto», ha ricordato, rispondendo anche alle questioni sollevate dai consiglieri di opposizione sulla gestione della "movida molesta" che si verifica nei fine settimana: Marco Gasparinetti, del gruppo Terra e Acqua, ha rilevato che «da qualche mese assistiamo alla transumanza, nel weekend, di persone che attraversano il ponte con il preciso intento di alzare il gomito e che si danno a ubriachezza molesta, vomito e piscio in calle». Per il questore è un tema culturale: «Sono comportamenti inurbani, fenomeni legati alla politica della sicurezza e della gestione della città».

«Ogni volta che è possibile facciamo iniziative di sensibilizzazione, parliamo ai giovani di legalità - aggiunge - ma la cultura della legalità si vede che manca quando, ad esempio, i genitori vengono a protestare dopo che abbiamo sequestrato i barchini truccati ai loro figli». Anche per Monica Sambo (Pd) «la differenza tra sicurezza e fase repressiva sta nella percezione», per cui è necessario «aiutare i cittadini a sentirsi sicuri e il Comune deve fare la sua parte con interventi mirati su politiche sociali, culturali e disagio giovanile». Su questo punto l'assessora Silvana Tosi ha fatto presente di essere al lavoro nell'ambito della tutela dei minori: «Ho indetto una conferenza con il tribunale dei minori, il provveditorato, la questura, la direttrice dei servizi sociali: ci incontreremo per fare dei programmi di prevenzione su cui informerò prossimamente».

Una mappa dei 15 luoghi abbandonati

A proposito di monitoraggio del territorio, la questura sta concludendo uno studio sulle principali aree in stato di abbandono della città: «Abbiamo individuato - ha detto Masciopinto - 15 aree dismesse, private e pubbliche, occupate da persone che ne fanno delle "enclavi" senza controllo, focolai di futuri problemi. Sappiamo chi sono le persone che le frequentano, quali sono i rischi e il livello di pericolosità». L'auspicio è che queste zone siano «riportate alla vitalità»: una volta completato il dossier, ha detto, «lo presenteremo al prefetto e poi ogni soggetto potrà proporre iniziative per il recupero, nel proprio ambito di competenza».

Progetti in corso (e un ufficio di polizia hi-tech)

Altri progetti sono in corso d'opera: oltre alla nuova sede della questura, in fase di realizzazione a Marghera, il questore ha detto di essere al lavoro «sulla remotizzazione del posto di polizia del Lido: toglieremo i servizi di vigilanza notturni affinché i poliziotti possano andare sulle strade a fare sicurezza. Sono 10 uomini che passano dalla funzione di presidio a quella di controllo sul territorio. L'ufficio sarà comunque aperto durante il giorno», ha specificato. Infine, ha detto, «stiamo lavorando all'ideazione di una struttura in laguna ispirata alle nuove tecnologie, per favorire l'interazione tra cittadini e polizia. Sarà un "ufficio di polizia 4.0" con un modello di fruizione innovativo attraverso sistemi elettronici e sistemi voce, tipo Alexa. È un sogno che vogliamo che diventi realtà».
 

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