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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cittadinanzattiva, costo dell'acqua a Venezia: +45,8% negli ultimi 5 anni

L'indagine evidenzia il divario tra una spesa media di 226 euro nel 2011 e di 155 euro nel 2007, solo nell'ultimo anno si è registrato un rincaro del 10,2% nella città lagunare

Confermano i malumori di molti cittadini italiani i risultati dell’indagine annuale condotta dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico in tutti i capoluoghi di provincia. Pare che negli ultimi 5 anni (dal 2007 al 2011) l’acqua sia diventata più cara di ben 24,5 punti percentuali a livello nazionale. Declinando il dato a livello regionale, si nota che il rincaro è stato, nel Veneto, ancor più preoccupante, arrivando al 32,4%.

Se, infatti, la spesa media annuale sostenuta da ciascuna famiglia veneta per il servizio idrico integrato si aggirava nel 2007 intorno ai 207 euro, essa ha raggiunto nel 2011 i 274 euro (al di sotto comunque dei 290 euro riferiti alla media nazionale).

L’aumento maggiore è stato registrato, nell’intervallo di tempo considerato e a livello regionale, nella città di Treviso (+48,4%), seguita subito dopo da Venezia (+45,8%, frutto del divario tra una spesa media di 226 euro nel 2011 e di 155 euro nel 2007), mentre a Rovigo si rileva l’incremento minore (15,3%). Le percentuali riportate, seppur poco rassicuranti, risultano  comunque lontane dai picchi raggiunti a Lecco, +126%, Benevento, +79,8% e Massa e Carrara, +64,3%.

Aumenti rilevanti sono stati evidenziati anche nell’ultimo anno: nel 2011 rispetto al 2010, le tariffe sono cresciute nel Veneto del 5% (percentuale vicina alla media nazionale del 5,8%), dato che si innalza al 10,2% (frutto dello scarto tra una spesa media di 226 euro nel 2011 e di 205 euro nel 2010) con riferimento a Venezia, città che raggiunge in tal senso il primato regionale. Nessun rincaro, invece, per Treviso, che nell’ultimo anno “beneficia”, se così si può dire, del forte aumento degli anni precedenti.

L’attenzione di Cittadinanzattiva si è focalizzata in particolare sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%.

“Quando si parla di infrastrutture necessarie per rilanciare il Paese, occorre pensare all’urgenza che rivestono le grandi opere legate al servizio idrico, ad iniziare dagli acquedotti”, ha commentato Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattivo, “non fosse altro che per arginare l’enorme spreco di una risorsa che non è né illimitata né a costo zero per la collettività, come l’escalation delle tariffe dimostra”.

Secondo, poi, quanto rilevato da Legambiente-Ecosistema Urbano 2011 (con riferimento al 2010), in Veneto in media va perso il 31% dell’acqua immessa nelle tubature, a fronte di una media nazionale del 32% e con un aumento sul 2007 (quando la dispersione era del 26%) di 5 punti percentuali. Tale divario raggiunge, infine, i 32 punti se si considera la città di Venezia (da un tasso di dispersione del 13% nel 2007 al 35% nel 2010).

 

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