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Cronaca

È allarme sfratti nel Veneziano: senza lavoro non si paga l'affitto

Sempre più persone in tutto il territorio si vedono arrivare sulla porta l'ufficiale giudiziario. E i numeri sono destinati ad aumentare ulteriormente

Lo specchio della crisi economica è la mancanza di lavoro e tra le sue conseguenze dirette c'è sicuramente l'impossibilità di pagare l'affitto. Giorno dopo giorno il problema diventa sempre più grave e, come riporta il Gazzettino, ormai anche nel Veneziano la situazione è ormai al limite. Gli sfratti per morosità incolpevole non solo sono aumentati negli scorsi mesi ma, addirittura, è previsto un ulteriore esplosione di casi simili tra dicembre e gennaio.

NUMERI INQUIETANTI – Solamente nel 2013 sono state quasi diecimila le richieste di esecuzione di provvedimenti di rilascio degli immobili presentate agli uffici giudiziari del territorio nell’ultimo anno. Gli sfratti per morosità sono la maggior parte degli interventi (circa 8 su 10) e per circa 500 casi si è già reso necessario l’intervento dell’ufficiale giudiziario, di cui 250 nel solo circondario veneziano. Quasi sempre si tratta quindi di persone che hanno perso il lavoro e che, anche tagliando e sacrificando sulle spese di ogni giorno, non riescono più a trovare i soldi per mantenere sopra le teste della propria famiglia un tetto.

LE SOLUZIONI – Proprio a fronte di una situazione ormai drammatica nella riunione della Consulta comunale per la casa di giovedì sono stati chiamati anche il sindaco e l'assessore. L'assessore Bruno Filippi e Sandro Simionato (vicesindaco, seduto al posto di Orsoni) hanno quindi tirato fuori il vecchio accordo per i piccoli proprietari per mettere a disposizione del Comune le case sfitte che poi verranno date in locazione con canoni convenzionati. Ma dal Sunia già avvertono che non sarà sufficiente: se non si hanno i soldi non si riuscirà a pagare neanche il più basso degli affitti. Intanto aumentano i casi di persone che minacciano il suicidio, anziani con le utenze tagliate e stranieri che mandano via i parenti e restano per lavorare chiudendosi in alloggi sovraffollati. E la situazione sembra destinata a peggiorare.

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