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Cronaca Portogruaro

"Ti sventro": cerca di accoltellare l'autista dell'autobus. Lei usa lo spray al peperoncino

Sarebbe accaduto, secondo la Filt-Cisl, lunedì pomeriggio poco distante dalla stazione dei bus di Portogruaro. L'aggressone a bordo di un bus Mom. L'autista è stata portata in ospedale

Cerca di colpirla con un coltello, lei per tutta risposta usa lo spray al peperoncino e lo mette fuori combattimento. L'aggressione, l'ennesima, ai danni di un'autista di un autobus che serve le linee dell'azienda di trasporto "Mom", si è registrata lunedì pomeriggio. Nel mirino di un esagitato è stata una dipendente 60enne della ditta Dover di Bari, che effettua alcuni servizi in subaffido della Mom. Il parapiglia lungo la tratta tra Portogruaro e Motta di Livenza, nel Trevigiano, non appena il pullman aveva lasciato l'autostazione della città del Lemene. Il passeggero si sarebbe arrabbiato per non essere riuscito a salire a bordo, raggiungendo il pullman alla fermata successiva tagliando una rotonda.

Aggressore identificato

L’aggressore, un 44enne di Annone Veneto già noto alle forze dell’ordine e immediatamente identificato, avrebbe prima minacciato e insultato pesantemente la vittima urlando più volte “ti sventro”, quindi sarebbe passato alle vie di fatto. Avrebbe cercato di colpire l'autista con un coltello mentre era alla guida del bus. Per fortuna, grazie anche alla prontezza di riflessi della conducente, l'aggredita sarebbe riuscita a difendersi anche grazie all'utilizzo dello spray al peperoncino. Al termine degli accertamenti il facinoroso è stato denunciato per minaccia a incaricato di pubblico servizio, porto abusivo di arma da taglio, interruzione di pubblico servizio. Lo rende noto tramite una nota la Fit-Cisl di Belluno-Treviso, che sottolinea come la sventurata, anche per lo shock, sia dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso.   

Il commento del sindacato

"Alcune zone – commenta Ilario Potito, segretario FIT-CISL Belluno Treviso - stanno subendo una preoccupante e continua intensificazione degli episodi di violenza. A farne le spese, oltre alla comunità, sono molto spesso coloro i quali per lavoro trasportano queste persone, a prescindere che si tratti di treno o autobus. Le varie aziende di trasporto negli ultimi anni hanno introdotto le figure dei vigilantes, delle squadre antievasione, ed altro. Ma sono totalmente inermi di fronte a fatti di questa entità. Oggi addirittura è spuntata fuori un’arma. Di questo passo, se le istituzioni non effettueranno un repentino cambio di rotta, potremmo prima o poi ritrovarci a commentare fatti ancora più tragici. Noi abbiamo molte proposte per migliorare queste situazioni, ma che sia chiaro, la sicurezza costa, e la società deve accollarsi questo onere. Nella fattispecie, seppure si tratti di un intervento mitigativo e non della soluzione del problema, chiediamo per le corriere della Marca che i posti di guida vengano isolati dal resto della corriera con un vetro antisfondamento, così da impedire il contatto con l’utenza. Inoltre chiediamo di disporre nei mezzi dei “bottoni SOS” in caso di pericolo, nonché aumentare drasticamente le risorse ai controlli nei mezzi. Oggi – conclude Potito - l’amica e delegata sindacale della FIT-CISL Belluno Treviso, alla quale va tutta la nostra solidarietà ed affetto, si è salvata da ben più gravi conseguenze solo grazie ad uno spray per la difesa personale comprato in ferramenta, ma cosa sarebbe potuto succedere altrimenti?”.

La replica di Mom

L'azienda Mobilità di Marca, in una nota, esprime solidarietà all'autista: “La degenerazione della situazione dei trasporti pubblici sul fronte sicurezza è sotto gli occhi di tutti. MoM – afferma il presidente Giacomo Colladon - in questo campo ha deciso di fare un passo in avanti, ha investito risorse proprie garantendo agli accertatori, che rappresentano il personale più esposto, l’accompagnamento di vigilantes armati, garantendo maggiore tutela ai passeggeri e agli autisti. Certo si tratta di risorse limitate, ma sarebbe impensabile pagare 400 uomini e metterne da domani uno per bus. Abbiamo dato un segnale chiaro, noi non stiamo a guardare, ma le aziende di trasporto non siano lasciate sole, poiché il nostro compito è trasportare passeggeri, spetta ad altri la tutela dell’ordine pubblico. Spiace tuttavia notare che un terreno che dovrebbe vederci mentre serriamo i ranghi e ci poniamo tutti uniti, diventi invece campo per attacchi strumentali. Abbiamo già dotato i nostri accertatori di una App con tasto anti aggressione, quindi ciò che chiede FIT-CISL, non solo esiste già ma lo abbiamo già in dotazione da mesi e stiamo lavorando per estenderlo a tutto il personale”.
 

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