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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Autostrade del mare: "Cambiare regole, attirare traffico extra-UE"

A Venezia l'incontro sul futuro del traffico marittimo. "E' sempre più fuori dell'Europa, bisogna eliminare le barriere", dice il presidente del Porto

Il gotha europeo delle autostrade del mare si è dato appuntamento al terminal 103 della Marittima di Venezia. Riuniti giovedì alla conferenza europea promossa dal coordinatore europeo delle autostrade del mre, Brian Simpson, e realizzata in collaborazione con l'autorità portuale di Venezia: una  due giorni di dibattiti e approfondimenti tra i principali attori pubblici e privati operanti nel settore marittimo, industriale ed energetico a livello internazionale.

Al centro dell’attenzione il tema di come rendere trasporto marittimo sempre più efficiente e sostenibile, un obiettivo che l’Unione Europea sta sostenendo con importanti finanziamenti: nell'ultima programmazione 2007-2013 il programma TEN-T ha co-finanziato 55 progetti per lo sviluppo delle autostrade del mare, per un totale di 450 milioni di euro di contributi che hanno a loro volta generato investimenti nei porti europei per oltre 2 miliardi di euro.

"Il futuro europeo è sempre più fuori dell'Europa e passa per i porti - ha dichiarato il presidente dell’autorità portuale di Venezia, Paolo Costa. - Nel 2002 l'export extra-UE era pari al 44% del commercio intra-UE. Percentuale che è aumentata all'88% nel 2013 e che supererà il 100% entro una decina di anni. E siccome l'85% del commercio internazionale si muove via mare, la pressione sul trasporto marittimo e sui porti sarà eccezionale. Tema che l'UE dovrebbe affrettarsi ad affrontare in modo più deciso per evitare di autoemarginarsi dalla scena globale".

Questo ha due conseguenze, spiega l'autorità portuale: si deve prendere atto della nuova geografia della produzione manifatturiera in Europa, che si è spostata verso est; e bisogna investire nei porti-corridoi con collegamenti ferroviari appropriati, ma anche liberalizzando il mercato del trasporto stradale che oggi frena lo sviluppo del mercato delle autostrade del mare. Per far questo occorre che la politica europea non distingua più tra origini/destinazioni appartenenti a stati membri e a quelle ubicati in stati terzi.

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