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Cronaca

Appello di Avis Veneto: donare regolarmente anche in estate per evitare le emergenze

Il grande caldo rende la situazione trasfusionale preoccupante. Molti, infatti, con la pressione bassa causata dalle alte temperature, possono essere dissuasi dal contribuire

Oltre 1600 sacche di sangue trasfuse in più, nel primo semestre del 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016. Un incremento dell’1,3%. Dal punto di vista della raccolta i donatori volontari del Veneto hanno fatto la loro parte. Il grande caldo che già da giugno si è rivelato pesante rende però la situazione trasfusionale preoccupante. Molti, infatti, con la pressione bassa causata dalle alte temperature, potrebbero essere dissuasi dal donare.

I dati del Crat (Coordinamento regionale attività trasfusionali) del Veneto segnalano un calo su base annua (luglio 2016 - giugno 2017) di sole 407 donazioni (-0,2%), ma un aumento di 2.593 sacche trasfuse (+1,1%) nello stesso periodo. Il Veneto, a più riprese, è stato costretto ad acquisire unità di sangue da Trento e Bolzano, 454 nel primo semestre di cui ben 134 a maggio e 120 a giugno per gli ospedali veronesi.

 Ma non è tutto. Nell’assemblea regionale Aido del 6 maggio 2017 è stato evidenziato come il Veneto, nel 2016, abbia raggiunto risultati da record, trapiantando ben 579 organi. I dati del coordinamento regionale trapianti della Regione fanno prevedere un’ulteriore crescita per quest’anno. Al 31 maggio, infatti, erano stati eseguiti in regione ben 290 trapianti, potrebbero essere oltre un centinaio in più (690) nel 2017 rispetto al già intenso 2016. 

Senza sangue ed emocomponenti è però ben difficile eseguire qualsiasi trapianto, compresi quelli di midollo osseo che permettono di far guarire da leucemie e linfomi centinaia di ammalati ogni anno. Che cosa succederebbe se, vista l’eccellenza dei due centri trapianti di Padova e Verona, così come è accaduto in altre estati - periodo anche di intensificati incidenti stradali gravi - dovesse venir effettuato un “multitrapianto” di organi su più pazienti contemporaneamente? I 137mila donatori Avis e Abvs del Veneto effettuano in media oltre 600 donazioni al giorno, festivi compresi, contribuendo perché il Sistema sanitario veneto possa far fronte a tutto questo.

 “Da più province arriva però un grido d’allarme ripetuto da inizio estate - afferma il presidente regionale Avis, Giorgio Brunello - comincia a mancare il sangue. La compensazione fra Dipartimenti trasfusionali provinciali ed extra regionali funziona bene, ma temiamo possa diventare una “lunga estate calda”. Molte altre grandi regioni tradizionalmente eccedentarie, a differenza del Veneto che pur continua come generosità a resistere, sono in difficoltà già dal 2016. 

"La generosità dei donatori volontari e periodici del Veneto - continua Brunello - non viene mai meno. Lo dimostrano i dati della raccolta, stazionaria. Questo nonostante le difficoltà che incontra chi, chiamato a donare dalla propria Avis, si presenta al Centro trasfusionale e trova orari e personale ridotto. Ricordiamoci che un donatore che in periodo di crisi lascia per un giorno il proprio posto di lavoro e... torna indietro senza donare, è un donatore se non perso, certamente demotivato. 

Chiediamo quindi ai direttori generali delle sette Ulss e Aziende Ospedaliere - invita Brunello - una particolare attenzione verso i Servizi trasfusionali. Senza sangue e plasma rischiano di fermarsi le sale operatorie e anche i reparti non chirurgici. Il volontariato del sangue è impegnato a fare il proprio dovere. Come Avis stiamo intensificando gli sforzi su tutto il territorio, per promuovere la donazione e organizzare sempre più la chiamata “mirata” dei donatori. L’appello del presidente è a tutti gli avisini: “Andiamo a donare spesso, almeno due-tre volte l’anno,  puntualmente quando chiamati dalla nostra Avis. Il nostro sangue è indispensabile per gli ammalati e, soprattutto quelli più bisognosi, in ferie non possono andarci”.

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