Sciopero l'8 marzo. Avm: «Ecco la situazione economica». Lettera delle sigle alla città
L'astensione dalle 10 alle 13 con manifestazione alla stazione di Venezia. Aderiscono i lavoratori dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Ugl Aft, Faisa Cisal, Usb. La situazione finanziaria secondo l'azienda
Sarà l'8 marzo, non il 6, come anticipato in un primo momento, lo sciopero del trasporto pubblico locale indetto dalle sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Ugl Aft, Faisa Cisal e Usb lavoro privato. Dalle 10 alle 13 a Venezia è prevista una manifestazione nel piazzale della stazione ferroviaria di Santa Lucia. L'astensione locale coincide con lo sciopero nazionale, come un mese fa. È il secondo indetto dai sindacati della categoria nella città lagunare, dopo che il gruppo Avm Actv ha deciso di sospendere gli accordi di secondo livello e gli integrativi in busta paga. Sono circa 3.100 i dipendenti coinvolti.
La situazione economico finanziaria in cui versa l'azienda è stata descritta dall'ingegner Giovanni Seno di Avm il 24 febbraio scorso, al tavolo in prefettura. Il gruppo, fermi restando il mantenimento del livello di personale attuale e la natura pubblica del gruppo, anche in vista della scadenza dell'affidamento in house nel 2022, non prevede di fare nessuna assunzione stagionale e di tenere fermo il turnover del personale. La perdita, per Avm, è quantificata in 61 milioni di euro nel 2021. Il 30% sarà coperto da contributi di governo, città metropolitana e comune, il 23% riguarda, oltre al turnover, la riduzione della parte di retribuzione variabile di quadri (del 30% negli anni 2021 e 22) e dirigenti (del 30% annuo nel 2020, 2021 e 22) e il 14% concerne l'integrativo dei dipendenti e gli accordi di secondo livello. Il 33% infine costituisce l'ammanco di 20 milioni di euro.
Con la rivisitazione dell'integrativo l'azienda ritiene di poter recuperare il 14% dei 61 milioni per 2021, sono 8,5 milioni circa. Per il 2021 e 2022 verrà ridotta la struttura dirigenziale (meno 4 dirigenti su 18 con il blocco del turnover). I costi indiretti oggi ammontano a 40 milioni, verranno ridotti di 4 milioni con rivisitazioni di accordi contrattuali a parità di prestazioni sulle manutenzioni e un risparmio di un milione e 100 mila all'anno sulle assicurazioni a parità di garanzie. La parte monetaria e normativa del contratto integrativo, per quanto riguarda l'automobilistico, investe ad esempio il numero di corse per turno, i turni del tram e quelli che non prevedono più di 5 corse sul ponte della Libertà, la produzione chilometrica per turno, e altre previsioni per cui non saranno più presunti vincoli. Per quanto riguarda la distribuzione delle ferie estive, per l'azienda saranno modificate sulla base della mancata assunzione degli stagionali. Nel comparto della navigazione si prevede una riduzione di riposi aggiuntivi nella misura di un giorno al mese. Per la parte monetaria la proposta è di non toccare l'impianto delle indennità (per valore e per numero), e per far questo due sono le possibilità. O attraverso un contributo straordinario dagli stipendi per il 2021 e 2022 con una clausola di salvaguardia, per cui se dovessero arrivare soldi dalle istituzioni, una quota parte delle risorse sarà usata per diminuire le perdite e per restituire il contributo ai lavoratori: una specie di prestito ponte. O, l'altra opzione, il contributo, al massimo di 100 euro al mese, a parametro medio, sarà convertito in welfare. A dicembre 2022 ci si siederà di nuovo al tavolo.
In commissione, lunedì mattina primo marzo, (illustrazione della proposta di deliberazione 1018, "Bilancio di previsione per gli esercizi finanziari 2021-2023, variazione"), l'assessore alle Partecipate Michele Zuin ha confermato che il Comune non terrà da Avm la quota Zappalorto, che ammonta a 8 milioni circa, lasciandola all'azienda come aveva fatto in parte nel 2020, (non trattenendo 5 milioni). Zuin ha parlato di una riduzione delle entrate legate al turismo, per il Comune, di 45 milioni di euro (oltre ai 40 milioni che erano già stati postati, per un totale di 85). «Ciascuno fa la sua parte», ha detto Zuin. Il Comune ha già inserito nel bilancio di previsione anche il mancato incasso delle quotine dei biglietti turistici, 13 milioni di euro (sui 17 milioni e 400 mila).
I sindacati, come anticipato la scorsa settimana, raccoglieranno le firme dei cittadini, coinvolgendoli nella manifestazione di lunedì 8 marzo, in quattro punti del Comune di Venezia dalle 7 del mattino alle 10, il 2 marzo e il 3 marzo: ponte della Costituzione (Venezia piazzale Roma), piazzale Cialdini (Mestre), Santa Maria Elisabetta (Lido di Venezia) e Fondamente Nove. «Le iniziative di mobilitazione saranno replicate nei prossimi giorni. La raccolta firme si basa su un appello alla cittadinanza diffuso nei giorni scorsi con una lettera aperta. In primo luogo per garantire un servizio locale degno di una città come Venezia».
Per i sindacati, scrivono le sigle, «c'è l'obbligo di rappresentare con chiarezza e trasparenza la situazione del gruppo Avm, dei lavoratori, e del trasporto pubblico locale di Venezia e città metropolitana. È necessaria una discussione “di alto livello” che abbia l’obbiettivo di salvaguardare tutte le attività del gruppo, evitando di far pagare ai lavoratori e ai cittadini il drastico calo della presenza turistica». Chiedono che Stato e Regione riconoscano quei servizi necessari ai cittadini che prima venivano finanziati con i proventi del turismo. «Se tali richieste dovessero rimanere inascoltate, considerata l’assenza di copertura economico finanziaria dei servizi non ammessi a contributo, i rischi per la cittadinanza sarebbero i seguenti: soppressione del ferry della linea 17 e 11, assestamento delle linee 4.1 e 4.2 a Fondamente Nove e San Zaccaria, con la relativa perdita del servizio su Castello e del collegamento per l’ospedale, perdita del 30% del servizio di linea 2 nella tratta da piazzale Roma a Rialto, taglio consistente del servizio automobilistico urbano ed extraurbano. Tutto a tariffe di biglietti e abbonamenti invariate».
I lavoratori, per le sigle, «si sono assunti l’onere di far risparmiare al gruppo complessivamente 22 milioni nel 2020, mentre l’Amministrazione comunale continua a gravare sul gruppo con le seguenti poste: mutui (opera tram, people mover, acquisto garage comunale, park via Costa), costo della progettazione e costruzione della “Vallenari bis”, costruzione e messa a norma del parcheggio scambiatore ai Pili, costruzione del bici park all’autorimessa comunale di piazzale Roma, (con conseguente perdita di posti auto e quindi mancati introiti), gratuità delle strisce blu: per un ammontare che si attesta intorno ai 30 milioni. Al Comune chiediamo che si assuma a bilancio i costi impropri caricati su Avm. All'azienda di ritirare l’atto unilaterale per salvare i servizi ai cittadini e il lavoro».