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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Avvocati veneziani in fibrillazione "Tribunale civile a rischio paralisi"

Daniele Grasso, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Venezia, annuncia lo stato d'agitazione. "No alla chiusura delle sedi distaccate"


Il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Venezia, Daniele Grasso, ha dichiarato l'entrata della categoria in stato di agitazione (''e se le nostre funeste previsioni si avvereranno, siamo pronti anche a forme di protesta più incisiva'') per denunciare i rischi che corre la sezione civile del tribunale di Venezia a causa della prossima chiusura delle sezioni distaccate. ''Il carico di lavoro che affluirà da queste alla sede centrale di Venezia - ha spiegato Grasso, motivando così le preoccupazioni degli avvocati - sarà di circa settemila fascicoli, che, andando ad aggiungersi al carico diretto della sede centrale, rallenterà i già lunghissimi tempi di soluzione dei giudizi, creando una situazione realmente a rischio di paralisi''. Il presidente degli avvocati veneziani ha illustrato la lettera, inviata a maggio al ministro Cancellieri, in cui si illustra la situazione e si richiede una convocazione per una consultazione sui problemi esposti.

''La lettera - ha detto Grasso - non ha avuto nessuna risposta, nonostante i nostri solleciti, anche perché il presidente del tribunale e il Consiglio giudiziario di Venezia si sono dichiarati contrari alle nostre proposte, favorendo un accorpamento non differito delle sezioni distaccate''. Il problema trae origine dalla legge delega 148 del 2011, che dettava i principi per realizzare gli accorpamenti nella modifica delle circoscrizioni giudiziarie. ''Il problema di Venezia - ha proseguito il presidente - è quello di avere un territorio importante, che va da Chioggia a Portogruaro, nel quale le sezioni distaccate, che hanno per di più un indice di produttività superiore alla sede centrale, costituiscono un importante presidio di giustizia sul territorio, segnale di una presenza importante del controllo dello stato in un ambito importantissimo, visto il collegamento con il mondo economico, che necessita di tale controllo. La nostra richiesta era quella di evitare la soppressione di alcune sezioni o, quanto meno, di poter usufruire di rinvii che consentissero a Venezia di rispettare le tempistiche derivanti dal completamento della realizzazione della cittadella della giustizia. Per ragioni strettamente elettorali, la politica ha invece deciso per un taglio trasversale''.

Ulteriore problema, quello legato al personale delle sedi distaccate (22 dipendenti più gli ufficiali giudiziari). ''Solo due persone - conclude Grasso - hanno dato la disponibilità a venire a Rialto, mentre gli altri hanno chiesto il trasferimento a Padova, Treviso o a uffici diversi dal civile, per evitare di diventare pendolari. E ciò determinerà, riguardo alle sedi interessate, che sono quelle di Chioggia, San Donà e Dolo, visto che Portogruaro è destinata a esodare verso Pordenone, conseguenze gravissime dal punto di vista organizzativo''. (Ansa)
 

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