Agricoltori schiacciati da un debito di 1,7 milioni, ma il tribunale li «grazia»
La decisione del Tribunale di Treviso in favore di un imprenditore agricolo di Venezia e della sua famiglia
Gestivano un’azienda agricola, poi è arrivata la crisi e si sono trovati quasi sul lastrico, con un monte debiti complessivo di un milione e 760mila euro. Che mai avrebbero potuto pagare. Ma ora i giudici, applicando la legge 3/2012, li hanno «graziati». Protagonista, una famiglia composta da padre e madre ultrasettantenni e due figli poco più che quarantenni, di cui uno con due minori a carico. A metà degli anni Novanta il padre, originario della provincia di Venezia, aveva avviato l’attività (allevamento di bovini e coltivazione di viti) nel Trevigiano ma nel 2005 - complice il crollo del prezzo del latte - era iniziata la crisi, con l’impossibilità di pagare le rate dei finanziamenti e una spirale crescente di debiti.
Lo studio legale Pagano & Partners che li ha sempre assistiti spiega che nel 2017, poi, il figlio a cui l’uomo aveva lasciato le redini dell’azienda si è ammalato. E la situazione è precipitata velocemente, portando alla chiusura dell’attività e alla vendita dei beni di famiglia. Ma il ricavato (900mila euro circa) non è bastato a pareggiare i conti. «A quel punto - spiega l’avvocato Monica Pagano, che ha seguito il caso con il collega Matteo Marini - abbiamo chiesto ai giudici l’applicazione della cosiddetta legge Salva-Suicidi o Ammazza Debiti, che stabilisce un principio molto importante: nessuno può essere condannato a vita a pagare debiti che ha fatto senza colpa e a cui, vista la dimensione dell’importo, non potrà mai fare fronte. In questo caso il giudice ha stabilito che pagheranno quanto possono, versando un quinto del loro reddito per quattro anni, e poi potranno chiedere l’esdebitazione: cioè la cancellazione completa dei debiti rimanenti, che ammonterebbero a quasi 500mila euro».
Padre e madre vivono oggi con una modesta pensione, un figlio percepisce circa 1.200 euro al mese e l’altro è disoccupato. Concretamente, dopo l’aggiudicazione degli immobili rimasti (il cui valore stimato è di 400mila euro) e di alcune auto (di scarso valore economico), i tre familiari che hanno un reddito verseranno poche centinaia di euro al mese (poco più di 600 euro in tre, ma le cifre esatte sono ancora da definire) per la durata della procedura. Poi, rispettando le prescrizioni dei giudici, saranno liberi da ogni pendenza economica.