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Cronaca

Baby gang scatenate tra aggressioni e rapine, i bengalesi: "Ci sentiamo di nuovo nel mirino"

In poche ore più episodi preoccupanti: ragazzini violenti contro negozianti o passanti accomunati dalle stesse origini. Un paio d'anni fa scattarono arresti e perquisizioni

"Chiediamo tutele. Siamo preoccupati che possa esserci una seconda ondata di aggressioni nei nostri confronti". A parlare è Kamrul Syed, il portavoce della comunità bengalese di Venezia. Una nutrita realtà del nostro territorio che già un paio d'anni fa era finita nel mirino di alcuni gruppi di giovanissimi, per la stragrande maggioranza minorenni, che a più riprese hanno rapinato e picchiato negozianti o passanti. Accomunati dalla comune origine bengalese.

Grazie alle indagini della squadra mobile scattarono arresti e perquisizioni. Ora, però, sono tornati a far capolino episodi di cronaca simili. Non ultima la spedizione punitiva di lunedì sera (DETTAGLI E VIDEO), quando una decina di ragazzi ha picchiato il titolare di negozio etnico di alimentari in via Circonvallazione a Mestre. Si sarebbe trattata di una ripicca dopo che alcuni membri del gruppo erano stati sorpresi a rubare ed erano stati rincorsi in strada. Una rapina (visto che sono sparite bottiglie di superalcolici) su cui sta indagando la polizia, cui è stata denunciata l'aggressione martedì pomeriggio. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato i malintenzionati in fuga a piedi.

"Non è l'unico episodio del genere - sottolinea Kamrul Syed - un mese fa un nostro connazionale è stato picchiato nel quartiere Piave mentre stava tranquillamente camminando per strada. Chiediamo calma alla nostra comunità. Chiediamo che i nostri giovani non rispondano alle provocazioni, sarebbe una spirale pericolosa". Tanto più che nella notte tra martedì e mercoledì nella città giardino si è sparsa la voce di un'altra rapina ai danni di un cittadino bengalese. Sarebbe stato circondato da un gruppo di ragazzini subito dopo essere sceso dal bus e derubato del cellulare dopo essere stato malmenato: "Tanti di noi lavorano a Venezia e tornano la sera a casa in autobus - conclude l'esponente della comunità bengalese - non vogliamo tornare a sentirci sotto tiro". 

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