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Cronaca

Annullata la condanna su bancarotta Trevitex, assolto il professor Segre

La Cassazione azzera la sentenza precedente contro il presidente della Fondazione di Venezia che era stato accusato di concorsonel crac del Gruppo tessile fallito nel 1995 con un buco di 860 miliardi di lire.

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio, per non aver commesso il fatto, la condanna per concorso in bancarotta nell'ambito della vicenda Trevitex, inflitta dalla Corte di Appello di Milano l'11 febbraio 2011 al professor Giuliano Segre, presidente della Fondazione di Venezia. Il processo era quello per la bancarotta della vicentina Trevitex, negli anni Novanta secondo gruppo tessile dopo Marzotto e fallito nel 1995 con un buco di 860 miliardi di lire.

Assoluzione piena dopo una condanna in primo appello a 4 anni e 2 mesi e in secondo appello a 4 anni. "Ho fatto un viaggio nella giustizia italiana e i suoi dintorni - commenta Segre, rendendo nota la decisione della Cassazione -. Per essere stato sei anni vicepresidente e cinque presidente di una banca italiana (neanche troppo importante) dalla quale sono uscito nel 1993, ho cumulato 35 anni in cinque azioni giudiziarie, ovviamente in parallelo. Ora tutto si è concluso, senza nessuna condanna".

 

Un viaggio che Segre non esita a definire deludente: "non avrei mai pensato che negli atti, negli scritti e - ho capito anche questo - nei pensieri albergasse sovente una tale approssimazione. Nell'ultima condanna della Corte di Appello di Milano, quella cassata ieri senza rinvio con declaratoria di non aver commesso il fatto, erano evidenti almeno dieci errori sostanziali, fino alla appostazione di una data falsa, ma utile a tenermi dentro il processo. In passato è anche successo - e anche in quel caso tutto si è risolto - che venissimo condannati perché la banca non aveva rispettato gli esiti di una ispezione, che però sarebbe avvenuta in seguito".

Dal punto di vista personale, Segre non nasconde una dose di amarezza. L'opinione verso una persona, che sostanzialmente ha fatto soltanto il servitore dello Stato, come professore ordinario nelle Università pubbliche e come componente di gabinetti tecnici ministeriali, si è sovente confusa e sovrapposta con un pregiudizio sulla persona, per una tessera di partito (che ieri ho avuto, e che oggi non ho più) e per una adesione - mai rinnegata - ai valori della proposta e della storia socialista. E' vero che in alcuni casi è la complessità dei tempi ad aver portato a letture affrettate, dove l'urgenza di decisioni è entrata in conflitto con questi tempi mostruosamente lunghi del percorso giudiziario".

Il presidente della Fondazione di Venezia assicura però di aver continuato ad operare con un equilibrio reso difficile dal contesto, ma con la fiducia, il sostegno e la comprensione di persone a me vicine per affetto e per amicizia, o anche solo per coerenza personale. Anche ad essi la sentenza rende giustizia. (Ansa)

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