rotate-mobile
Cronaca Castello / Riva degli Schiavoni

Oltre vent'anni senza permesso per il plateatico, paga 200mila euro

Alla base del contenzioso tra locale e Comune il mancato rinnovo di un permesso temporaneo datato 1992. Alla fine si è raggiunto un accordo

Una storia tanto assurda da essere vera e, anzi, nella laguna della burocrazia e dei permessi, probabilmente è più comune di quanto si possa pensare. A raccontare la vicenda di uno dei bar che sorgono lungo la riva degli Schiavoni, affacciato sul bacino di San Marco, e dei suoi 140 metri di plateatico è la Nuova Venezia, che scava indietro tra scartoffie e autorizzazioni per arrivare fino al 1992.

CI SONO METRI E METRI – Risale infatti a ben 22 anni fa la richiesta di un'autorizzazione permanente da parte del locale al Comune per poter usufruire di 64 metri quadri di plateatico proprio al centro della larga riva, come è normale nel tratto di città che dalla piazza porta fino all'Arsenale. Ca' Farsetti, infatti, concede non solo il già citato permesso permanente, ma approva anche una seconda autorizzazione, stavolta stagionale, per altri 80 metri quadri “fronte laguna”. Per un anno tutto fila liscio, ma nel '93, scaduto il foglio temporaneo, il bar presenta istanza di rinnovo per quell'aggiunta al proprio plateatico, da riva del Carbon, però, nessuna risposta; il locale, secondo la regola del silenzio-assenso, presuppone che il rinnovo sia andato a buon fine e lascia i tavolini dove si trovano anche per la stagione successiva e quella dopo ancora, e così via fino ad arrivare al 2011, quando i vigili urbani decidono di fare qualche “conto in tasca” al café in riva degli Schiavoni, scoprendo così che in realtà nessun rinnovo è mai stato effettuato per gli 80 metri quadri temporanei. Il Comune emette un’ordinanza in cui ordina l’immediata rimozione del plateatico considerato abusivo e, in risposta, il bar ricorre al Tare quindi al Consiglio di Stato chiedendo una nuova licenza.

BATTAGLIA LEGALE – Ca' Farsetti non si arrende e, oltre alla richiesta di rimozione di sedie e tavolini, presenta anche il conto, salatissimo, per l'occupazione del suolo pubblico dal 2007 al 2011 (i precedenti 14 anni di canoni non saldati sono caduti in prescrizione e, di conseguenza, non possono essere richiesti). Dal Consiglio di Stato tutto tace ma nell'agosto dell'anno scorso è di nuovo il Comune a farsi sentire, stavolta attraverso Equitalia e una cartella di pagamento che chiede quasi 400mila euro al locale. Di nuovo il bar si appella al Tribunale e, anzi, alza il tiro presentando eccezione di incostituzionalità nei confronti del tributo comunale sui plateatici e preparandosi a portare il caso di fronte ai giudici dell’Alta Corte. La vicenda si è recentemente conclusa con un accordo tra le parti: 200mila euro pagati al Comune e la rimozione dei coperti negli 80 metri “temporanei”, ma non è escluso che il bar a breve ripresenti la sua richiesta per quella fetta di riva degli Schiavoni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Oltre vent'anni senza permesso per il plateatico, paga 200mila euro

VeneziaToday è in caricamento