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La svolta / San Marco

Tutti salvi e con la cassa integrazione al Bauer, firmato un accordo che non ha precedenti

Gli attori e il contenuto dell'intesa con il supporto del Ministero, della Regione e dell'Ente bilaterale. Giacchi e Vitulo: «Retribuzione media (anticipata dall’azienda) di 1.300 euro mensili. La formazione da ora è considerata lavoro ed è retribuita»

Hanno conservato il loro posto di lavoro e avranno una cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale fino al 2024. Sono i quasi duecento lavoratori dell'hotel Bauer in Canal Grande a Venezia, che fino a poco tempo fa temevano il licenziamento collettivo. Ma non è andata così. Venerdì, in via definitiva, i rappresentanti sindacali e la proprietà hanno firmato un accordo in forza del quale, anche se l'hotel di lusso rimarrà chiuso fino al 2025 per una ristrutturazione straordinaria, i dipendenti, perfino gli stagionali, conserveranno il loro posto e anche lo stipendio, in forma di ammortizzatore sociale. 

Questo sarà possibile perché la proprietà ha deciso di continuare a versare il corrispettivo di sua competenza della cassa integrazione, pari al 20 per cento dello stipendio, per ogni lavoratore e fino alla durata dell'ammortizzatore sociale a carico dello Stato, per due anni. Nel frattempo, dal momento che non esistono altre sedi della società austriaca, dislocate nel territorio, dove riallocare i dipendenti per questo periodo, i lavoratori saranno destinatari di corsi di formazione che saranno tenuti dall'Ente bilaterale, in accordo con la Regione Veneto, con l'hotel, con i sindacati e i dipendenti. 

Hotel Bauer-2

Venerdì quindi le organizzazioni sindacali Filcams Cgil Venezia e Uiltucs Uil, rappresentate da Renato Giacchi e Riccardo Vitulo, l’Ente bilaterale Turismo dell’area veneziana e l'azienda Bauer, assistita da Confindustria Veneto est, hanno concordato la richiesta di attivazione dell’ammortizzatore sociale per 24 mesi, dopo il dietro front aziendale sulla procedura di licenziamento collettivo. «Dopo una trattativa durata più di 7 mesi siamo finalmente arrivati all’epilogo della vicenda, che diversamente si sarebbe potuta rivelare un vero e proprio dramma sociale per tutte le famiglie coinvolte», commentano Giacchi e Vitulo. 

La cassa integrazione prevede la sospensione per un massimo dell’80 per cento dell’orario di lavoro con l’obbligo, per i dipendenti, di partecipare a corsi di formazione (specifici per la realtà veneziana) per il restante 20 per cento dell’orario. La formazione verrà erogata dall’Ente bilaterale del Turismo. Le organizzazioni sindacali e la Rsu hanno espresso soddisfazione di fronte alla sigla di quello che si può considerare un accordo unico nel suo genere, e che è stato possibile perché fin dall'inizio il ministero dello Sviluppo, coinvolto nella vertenza, aveva dato parere favorevole alla individuazione di un'intesa fra le parti, anche "sui generis" ma capace di comporre gli interessi delle parti con l'impegno della Regione e dell'Ente bilaterale.

«Un accordo senza precedenti a livello nazionale che, oltre a prevedere l’anticipo della cassa integrazione da parte aziendale, chiarisce definitivamente che la formazione può essere considerata a tutti gli effetti orario lavorativo e come tale retribuita - commentano Cgil e Uil - Attraverso l’accordo il personale coinvolto percepirà una retribuzione media (anticipata dall’azienda) di circa 1.300 euro mensili. Auspichiamo che la firma di questo accordo possa essere propedeutica alla riuscita di futuri accordi anche nei settori privi di ammortizzatori sociali a zero ore, come quello del turismo».

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