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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Jesolo / Piazza Giuseppe Mazzini

Niente ragazze tra i Beach Steward a causa dei musulmani? È bufera

L'apparente decisione del Comune di non assumere donne ha portato ad una tempesta di commenti negativi e ai chiarimenti immediati del Comune

Niente beach steward in gonnella a Jesolo per non urtare la sensibilità dei frequentatori di religione islamica della prima spiaggia del Veneto. O almeno questa pareva essere la decisione per il 2013, ma dopo le polemiche le cose sembrano cambiate.

IL SERVIZIO BEACH STEWARD AL VIA

NIENTE DONNE - "Nel 2012 le ragazze hanno svolto benissimo il loro compito - sottolinea il presidente di Federcorsorzi, l'associazione che raggruppa i gestori delle spiagge, Renato Cattanei - ma abbiamo rilevato che in vari casi sono state motivo di tensione con gli immigrati e non certo per colpa delle operatrici". La causa andrebbe ricercata nella diversa considerazione della donna nella religione islamica. "Abbiamo notato - racconta Cattanei - che il musulmano non tollera di essere rimproverato da una donna. La considera un'offesa, si agita, risponde in malo modo, creando situazioni di tensione". Per ovviare a possibili problemi Jesolo sembrava aver deciso di schierare quindi solo uomini, in grado di rispondere in modo più “appropriato” ad eventuali situazioni pericolose. Qualcuno ricorda ancora in città che nel 2012 una situazione del genere sfociò in schiaffi alla hostess per aveva invitato un extracomunitario a uscire dalla concessione.

LE POLEMICHE - L'allontanamento del personale femminile fa comunque discutere: a criticare la decisione è la Lega. "Proprio in una fase in cui si è deciso di promuovere una maggiore presenza delle donne nei consigli comunali, attraverso la modifica del meccanismo delle elezioni amministrative - accusa Lorenzo Fontana, capodelegazione della Lega Nord al Parlamento Europeo - scopriamo che quest'estate molte ragazze non potranno svolgere uno dei lavori stagionali più tradizionali per i ragazzi veneti". "La Lega Nord - prosegue - ha sempre sostenuto che, per giungere ad un'integrazione ottimale, è necessario che le persone che arrivano da altre culture si adattino alla nostra, non viceversa: questo è il caso tipico che ci fa comprendere come questo messaggio sia lungi dall'essere recepito. La situazione creatasi sull'arenile jesolano - conclude Fontana - ci porta indietro di anni e sottolinea, per l'ennesima volta, quanto diversa e incolmabile sia la concezione del ruolo della donna tra la nostra mentalità e quella dei cittadini di fede musulmana". "La notizia che viene dalle spiagge di Jesolo mi offende e mi scandalizza come cittadina e ancora di più come parlamentare veneta". Lo dice la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco del Pdl. "In un momento in cui il Parlamento si appresta a ratificare la Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne - ricorda - tali atteggiamenti discriminatori sono intollerabili. Un Paese che sta conquistando leggi sempre più avanzate in tema di parità non può essere ridicolizzato con notizie di questo genere". Duro il giudizio della parlamentare. "Penso, inoltre, che il cedimento dei nostri diritti sull'altare di una religione diversa dalla nostra non abbia nulla a che vedere con l'integrazione - rileva - Sono stupefatta per quanto dichiarato dal presidente di Federconsorzi e invito il sindaco a essere garante delle leggi italiane e del principio di parità tra uomo e donna".

CAMBIO DI ROTTA - Fa marcia indietro il sindaco della località balneare, Valerio Zoggia. Nel rilevare che "le selezioni sono autonomamente affidate da FederConsorzi a tre agenzie private di vigilanza", il primo cittadino chiede "di rivedere il bando e la selezione effettuata, altrimenti potremo dover rivedere la nostra compartecipazione all'iniziativa". L'amministrazione comunale di Jesolo sostiene economicamente l'iniziativa, ricorda Zoggia, con un contributo di 130mila euro, "in quanto crediamo fortemente nella necessità di fare informazione anche in riva al mare, soprattutto nei confronti dei nostri ospiti". Ma l'apporto, precisa, "riguarda il contributo economico e un ausilio tecnico e formativo da parte del comando di polizia locale che istruisce il personale addetto al servizio di Beach Steward su tutta una serie di regolamenti legati al demanio marittimo ed al suo uso, soprattutto da parte dei pendolari".

PATTUGLIE MISTE – Anche Cattai ha voluto riprendere in mano la questione, chiarendo la direzione del servizio: “Non è mai stata negata l’assunzione di personale femminile. Tanto è vero che dal primo giorno ci saranno delle “pattuglie” composte anche da personale femminile. Quando si è trattato di procedere con la selezione, abbiamo dato delle indicazioni alle agenzie private che dovevano necessariamente tenere conto dell’esperienza della passata stagione. Abbiamo chiesto che il personale fosse possibilmente del luogo, in quanto poteva essere a maggiore conoscenza del territorio. Quindi che potessimo avere soprattutto giovani, considerata la pesantezza del lavoro e il tipo di situazioni che si possono creare. Non ultimo, nel caso in cui si fossero presentate delle donne, queste venissero poi assegnate a dei pattugliamenti con dei colleghi maschi, proprio in virtù di quanto era accaduto l’anno scorso; lasciare delle donne da sole poteva essere pericoloso nell’approccio con i venditori ambulanti abusivi, che a volte diventano aggressivi quando vengono invitati ad abbandonare la zona di balneazione gestita dai consorzi. Quindi pattuglie miste – conclude il presidente - per una questione di sicurezza reciproca e per evitare ogni tipo di suscettibilità, a prescindere da qualsiasi credo o provenienza”.

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