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Cronaca Dorsoduro / campo de la bella vienna

Coltellate in campo de la Bella Vienna, la ditta di security: «È tentato omicidio»

La solidarietà del sindaco Brugnaro: «Vicini agli addetti al controllo dei bar. Punizione e recupero? Servono modifiche legislative»

La polizia locale lavora alle ultime fasi del riconoscimento delle persone che in gruppo, nella notte tra sabato e domenica, hanno aggredito un operatore della sicurezza che era in servizio davanti all'ingresso del Bussola Cocktail Lab, in campo de la Bella Vienna. Una serata di violenza iniziata con il pestaggio di un polacco che il 118 ha dovuto trasferire al Pronto soccorso del Civile, per la rottura del setto nasale. Verso l'una, davanti al Bussola un giovane operatore di una ditta di security stava presidiando l'ingresso del locale in funzione di accoglienza e controllo quando si è avvicinato un gruppo di albanesi. Gli sono subito apparsi alterati, su di giri, tanto che ha detto loro che in quelle condizioni non sarebbero stati graditi. A quel punto sono volate le parole e poi è scoppiata l'aggressione: in tre o quattro contro di lui, da solo in quel momento, prima che si avvicinassero i colleghi: improvvisamente ha sentito i fendenti alla schiena. Diversi i colpi di coltello, uno solo, per puro caso, quello che è arrivato più in profondità. Quando i colleghi sono giunti al bar per aiutare il giovane, gli albanesi si sono dileguati ma intanto erano stati visti e riconosciuti.

L'operatore 25enne è arrivato al Pronto soccorso per le cure, è stato medicato e ha avuto 15 giorni di prognosi. I colleghi, chiamati alla centrale della polizia locale che intanto ha acquisito le immagini delle telecamere, hanno tracciato l'identikit dei coinvolti. Persone già viste nell'occasione di altre serate, anche in compagnia di connazionali soliti a servirsi dei mezzi pubblici a piazzale Roma per tornare verso la terraferma. «Per me è un tentato omicidio - il commento secco del titolare della società - E adesso, in attesa di giudizio, mentre queste persone restano libere e girano armate di coltello, come ci proteggiamo? Come tuteliamo i nostri operatori (che non sono armati)? - Chiede - Con questo sistema, non avendo almeno 20 giorni di prognosi, le forze dell'ordine neppure agiscono d'ufficio, in mancanza della denuncia, che andremo a fare. Non è questione, come ho visto commentare, di spendere di più per la sicurezza. Di fronte a un coltello un operatore disarmato, da solo a una porta, come si deve difendere?». Il giovane intanto si è ripreso e sta meglio.

In occasione del saluto al prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, che nella città lagunare ha terminato il suo incarico proprio nella giornata di martedì, il sindaco Luigi Brugnaro è intervenuto sulla questione della violenza, delle spaccate e delle coltellate in centro storico. «Sono uno dei tanti fenomeni del dopo Covid che riguardano tutta Italia. La sicurezza è più alta, ma purtroppo restano i reati minori e sociali. C'è un tema di punizione e recupero, ma richiede anche modifiche legislative. Quelli che rompono le vetrine sono sempre gli stessi, vengono presi ma poi liberati. Di notte la gente ubriaca che gira c'è sempre stata, ma quando hanno i coltelli diventa pericoloso. La polizia municipale è intervenuta subito. Dichiaro la mia solidarietà anche agli addetti della security dei bar».

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