Biglietti falsi ai turisti a Venezia, tutta la banda in arresto: il terzo catturato in Sicilia
Vendevano titoli di viaggio ottenuti scassinando le biglietterie automatiche. Sono accusati di truffa, furto, minaccia a pubblico ufficiale, sostituzione di persona. Operazione dei carabinieri
Anche il terzo complice raggiunto, tutta la banda è in arresto. Si tratta di tre personaggi che tra il 2015 e il 2016 si erano resi responsabili di una serie di reati collegati allo smercio illegale di biglietti di trasporto pubblico ai turisti in visita a Venezia. L'ultimo malvivente raggiunto è F.S., siciliano di 55 anni, individuato dai carabinieri proprio in terra sicula dove si era recato per trascorrere le vacanze pasquali.
Le indagini erano state portate a termine nell’ottobre scorso, quando i carabinieri della compagnia di Venezia avevano chiesto e ottenuto il divieto di dimora dal comune di Venezia per quattro persone: già gravate da diversi precedenti, erano ritenute responsabili dei reati di truffa, furto aggravato, minaccia a pubblico ufficiale e sostituzione di persona. Era stato appurato che i criminali si appostavano nelle vicinanze degli approdi dei vaporetti e vendevano a ignari viaggiatori titoli di viaggio illecitamente posseduti. Le indagini, condotte dalla stazione carabinieri di Scali, si erano sviluppate a partire da alcune denunce presentate da Actv relativi danneggiamenti e sabotaggi ai danni di diverse biglietterie automatiche.
Nonostante il divieto di dimora, tre di loro sono stati più volte trovati a Venezia: P.P., romano di 47 anni, G.C., calabrese 59enne, e F.S., siciliano di 55 anni. Per tali violazioni i carabinieri della compagnia di Venezia, diretti dal capitano Savino Capodivento, avevano avanzato alla procura una richiesta di aggravamento della precedente misura: richiesta accolta dall’autorità giudiziaria, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per P.P. e G.C. (per loro le manette sono scattate una settimana fa). Mercoledì, infine, è stato intercettato anche F.S.: l'uomo è stato bloccato dai militari della compagnia di Modica e in particolare della tenenza di Scicli nel Ragusano. È stato condotto nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari.