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Cronaca

Actv-sindacati, accordo interrotto. Avm: «Cosa sono venuti a fare?». Sigle: «Non abbiamo detto no»

La Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) ha comunicato all'azienda di voler sottoporre anche la nuova intesa a referendum. La società: «Era tutto deciso, dovevamo chiudere, trovato un pretesto». Cgil: «I tempi non ce li detta nessuno»

Si era ad un passo dalla firma dell'accordo. O almeno così sembrava al gruppo Avm Actv, al termine di questa nuova giornata di trattative con le parti, martedì 20 luglio. Al tavolo c'erano le segreterie sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Faisa Cisal e Usb e la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu). Obbiettivo dell'azienda era quello di chiudere e portare a casa il nuovo integrativo per il prossimo biennio. In tanti fra lavoratori e rappresentanti ritenevano di dover sbloccare la situazione, ferma da fine gennaio scorso. Molti invece non erano convinti del testo alla fine della discussione. Hanno spiegato che continuano ad esserci differenze importanti sulle soste, le ferie e i riposi fra mansioni diverse (navigazione, automobilistico e amministrazione) e che quindi sarebbe stato impossibile tirare una riga e andare alla firma. E così alla fine hanno comunicato che anche questa intesa andrà a referendum. Il clima, fino a quel momento rimasto tiepido, a quel punto diventa gelido.

Il direttore Avm Giovanni Seno reagisce alzandosi dal tavolo. «Allora ci vediamo ad ottobre», quando poi dovrebbe teoricamente scattare l'altra parte della disdetta, quella economica dell'accordo integrativo. «Nessuno ha detto di no, ma non ci facciamo dettare tempi e modi da nessuno», commenta il segretario della Filt Cgil Valter Novembrini.

«Ma allora cosa sono venuti a fare? - Chiede l'azienda - Era tutto già deciso, avevamo il comunicato congiunto pronto per l'annuncio della firma sull'accordo, a cui le segreterie sindacali hanno dato l'ok. Non si può dire "la Rsu rappresenta i lavoratori" se poi non ha potere di firma perché non tutti si sentono rappresentati. L'azienda con amarezza constata ancora una volta che al momento di firmare si cerca un pretesto. A questo punto, se non si dovesse arrivare a sottoscrivere, il tavolo è interrotto». «Mi auguro che la notte porti consiglio - continua Novembrini - L'autonomia del sindacato non può essere messa in discussione da nessuno. Con i suoi tempi e i suoi modi la rappresentanza sindacale darà una risposta all'azienda. La validazione di un accordo non può essere stabilita da qualcun altro, e questo per il rispetto della piena autonomia delle parti».

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