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L'ordigno trovato a Marghera: «Poteva esplodere con l'urto accidentale delle spolette»

Centotrenta chili di materiale altamente esplosivo all'interno della bomba trovata a Marghera mentre erano in corso interventi alla rete fognaria. Durante il despolettamento dell'ordigno i militari dell'esercito ripareranno all'interno del lince, un mezzo blindato posto a circa 200 metri dalla sede del disinnesco. A spiegare il dettaglio è il capo dell'operazione, colonnello Gianluca Dello Monaco dell'ottavo reggimento Guastatori Paracadutisti dell'esercito italiano

La bomba viene trattata in modo da togliere le spolette svitandole, mediante supporto elettronico, e lasciare l'involucro depotenziato. Il materiale all'interno, 130 chili di tritolo, verrà poi fatto brillare. Questa fase è stata completata intorno alle 9 di domenica. I militari hanno operato all'interno di un lince, il mezzo blindato classico dei teatri di guerra all'estero e in Italia, dove migliaia di ordigni, anche di maggiore pericolosità, vengono rinvenuti e trattati da questo reggimento dell'esercito italiano. Una bomba che in questo caso poteva esplodere anche mentre gli operai della rete fognaria erano al lavoro alcuni giorni fa, quando il materiale, risalente alla seconda Guerra Mondiale, è stato ritrovato.

Nel frattempo solo poche decine di persone hanno raggiunto il centro di raccolta predisposto al Taliercio di Mestre, meno di un centinaio. La maggior parte è rimsta in altre case o immobili al di fuori del raggio dell'ordinanza di evacuazione.

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