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Cronaca Tessera / Viale Galileo Galilei, 30/1

Pitone a rischio estinzione, maxi sequestro di cinture al Marco Polo

Due controlli nello stesso giorno allo scalo lagunare. Un turista dal Senegal e una spedizione dalla Cina destinati a rifornire il mercato nero

Due sequestri nello stesso giorno. Ma con ogni probabilità si tratta di traffici illeciti distinti e senza alcun collegamento l'uno con l'altro. Tant'è vero che la merce in un caso arrivava dal Senegal, nell'altro dalla lontana Cina. Il minimo comune denominatore, però, è costituito dal fatto che cinture, borse e altri prodotti erano stati fabbricati con la pelle di animali a forte rischio di estinzione. Proprio per questo si tratta di merce ambita nel mercato di contrabbando, attraverso il quale si riescono comunque a spuntare prezzi concorrenziali rispetto ai circuiti ufficiali.

Fatto sta che nelle settimane scorse un cittadino proveniente dal Senegal è stato fermato dagli uomini dell'ufficio dogane e da quelli del nucleo operativo Cites del Corpo forestale dello Stato dell'aeroporto Marco Polo per un controllo. Il suo bagaglio infatti era pieno di braccialetti e cinture in pelle di serpente. Animali protetti dalla convenzione di Washington. Per alcune specie, come per esempio l'elefante, la commercializzazione è vietata in ogni caso, per altre invece serve essere in possesso di una autorizzazione specifica. Di cui il cittadino sottoposto ad accertamenti era sprovvisto. Tanto più che lo stesso aveva asserito di fronte ai funzionari della dogana che quella non era pelle di serpente, bensì di altri animali non protetti. La diatriba si è conclusa solo in questi giorni, quando gli esperti del Museo di storia naturale di Venezia lo hanno smentito senza margine di dubbio. Per lui quindi una denuncia, con conseguente sequestro della merce irregolare destinata alle spiagge del litorale e al centro storico di Venezia.

Prodotti in pelle di pitone sequestrati all'aeroporto

Nello stesso giorno del controllo, però, un'altra spedizione non è andata a buon fine: all'interno del terminal merci, infatti, è stato scoperta una spedizione clandestina di prodotti simili proveniente però dalla Cina. In tutto quindi sono stati requisiti 354 braccialetti e cinture irregolari, confezionati in pelle di pitone di Seba, di varano grigio e di pitone reticolato.


"Ogni anno vengono importate in Europa circa mezzo milione di pelli di pitone che, acquistate a circa 100 euro l’una, possono fruttare sul mercato dell’alta moda fino a 30mila euro cadauna in prodotti derivati - dichiara in una nota l'agenzia dell'entrate - è facile intuire che simili guadagni favoriscano il traffico illegale di questi animali. Infatti acquistare partite di pelli senza passare dagli esportatori regolari garantisce alle ditte guadagni enormi.  Si stima che la componente illegale del volume del commercio di pelli vada dai 5 agli 8 miliardi di dollari".

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