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Cronaca

Il ministro della Cultura brasiliano nella rete dei borseggi, derubata del portafoglio

Margareth Menezes presa di mira in vaporetto giovedì, mentre andava alla Biennale in visita al Padiglione del suo Paese. Polizia al lavoro

Il neo ministro della Cultura del Brasile, Margareth Menezes, nota cantante attrice e politica, è finita nella rete dei borseggi. È stata derubata del suo portafoglio mentre viaggiava in vaporetto giovedì a Venezia, diretta verso la Biennale per la visita al Padiglione dedicato al suo Paese. Del percorso che il ministro Menezes ha compiuto in laguna, a bordo del mezzo pubblico, c'è il post sul suo profilo Instagram. Durante il video girato sullo sfondo lagunare il ministro fa un audio in cui spiega di essere in Italia per la diciottesima Biennale di Architettura di Venezia, considerata uno degli eventi culturali più importanti e tradizionali del mondo. Qualcosa però non è andato secondo i programmi perché, da quanto si è appreso, proprio durante il tragitto in vaporetto la signora Margareth Menezes è stata derubata dei suoi effetti personali. La rappresentante della Cultura del governo brasiliano aveva preferito viaggiare su un mezzo di linea piuttosto che in taxi o su un motoscafo privato. Qui però ha avuto la disavventura di imbattersi in uno o più borseggiatori: fatto che, come tanti altri dello stesso genere, accadono di continuo nelle grandi città prese d'assalto dai turisti, appena è ripreso il grande flusso di viaggiatori da ogni parte del mondo.

Così la ministra è stata scambiata per una turista ed è stata presa di mira. A raccogliere la denuncia e avviare le indagini è stata la Questura di Venezia, impegnata con attività che la polizia ha predisposto per contrastare la grossa piaga dei borseggi di bande di fuorilegge organizzati, che sottraggono borse, portafogli, telefoni, documenti e oggetti personali dagli zaini e borse dei turisti. Sono le questure stesse a raccontare il riesplodere di questi fatti dopo il Covid: a Milano, Firenze, Roma, Napoli, quasi sempre persone dell'est Europa si spostano facendo pendolarismo capaci di sferrare colpi continui con numeri sempre più importanti. Mezzi pubblici, strade strette, luoghi affollati, sono quelli maggiormente bersagliati. E c'è la legge dell'ex ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ad aggiungersi al quadro. Se l'intento della normativa era quello di sveltire burocrazia e pratiche nei processi per i crimini "minori", agli occhi dell'opinione pubblica e delle stesse forze di polizia venendo meno la punizione certa, ai borseggiatori viene consegnata una sorta di "patente d'impunità".

Questo succede in particolare nel caso dei borseggi che avvengono a danno di stranieri, che difficilmente torneranno in Italia per il processo. E se non intervengono, confermando il proprio interesse, la legge interpreta il silenzio e l'assenza in tribunale come una remissione di querela. Una soluzione a questo in realtà è prevista dalla legge Cartabia. Si tratta della partecipazione tramite collegamento internet, come spiega l'avvocato Aliai Bassetto. In pratica il turista fa sapere di non poter presenziare, ma di voler partecipare con il supporto dei mezzi tecnologici. «Mi è capitato pochi giorni fa in aula di avere un testimone collegato dall'Australia. Nonostante lì fosse notte, si è collegato e ha potuto rendere le proprie dichiarazioni che sono risultate valide ai fini del processo», ricorda Bassetto. I giudici veneziani si sono dimostrati in questo senso particolarmente sensibili.

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