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Venerdì, 29 Marzo 2024
Nuovo stadio / Tessera

Il Bosco dello sport non avrà i fondi del Pnrr

La Commissione europea ha negato la concessione di circa 93 milioni di euro che dovevano essere destinati alla costruzione di stadio e palasport

Gli interventi del Bosco dello sport di Venezia e dello stadio Franchi di Firenze non  potranno ottenere le risorse europee del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Ad annunciarlo, attraverso una nota diffusa nella giornata di sabato, è il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto. «I servizi della Commissione - spiega il ministro - a seguito di un ulteriore approfondimento istruttorio, hanno confermato la non eleggibilità di entrambi gli interventi nell'ambito dei piani urbani integrati (Pui) delle rispettive città metropolitane». Salta, così, il finanziamento di oltre 90 milioni di euro che il Comune di Venezia aveva chiesto per la costruzione del nuovo stadio e di un palasport a Tessera.

La comunicazione conferma le anticipazioni trapelate nelle scorse settimane. Il governo a inizio aprile aveva convocato i sindaci per chiedere chiarimenti sui progetti e poi partecipato a due incontri tecnici con la Commissione europea. Gli elementi emersi, però, non sono stati ritenuti sufficienti: gli obiettivi del progetto non sono considerati in linea con quelli europei, che riguardano gli ambiti della rigenerazione urbana, della coesione e dell'inclusione sociale. A questo punto, non potendo più contare sui fondi comunitari, il governo potrebbe decidere di stanziare risorse nazionali per permettere comunque di realizzare sia il progetto di Venezia, sia quello di Firenze.

L'amministrazione veneziana ha accolto la notizia con «stupore e contrarietà» e considera la decisione «più politica che tecnica». «Nelle scorse settimane - riferisce il Comune - sono stati forniti tutti gli approfondimenti richiesti, con interlocuzioni a tutti i livelli. Ribadiamo la fiducia nel nostro governo per trovare una soluzione positiva alla questione». Va ricordato, infatti, che i ministeri dell’interno e dell’economia, con decreto del 22 aprile 2022, hanno già approvato il progetto. «Il Bosco dello sport - riepiloga l'amministrazione - permette di rivitalizzare un territorio difficilmente utilizzabile in quanto di fatto intercluso tra autostrada, bretella Rfi e aeroporto e a rischio marginalità, rendendolo nuovo fulcro dell’area metropolitana sul piano dell’inclusione sociale e dell’apprestamento di un bosco urbano di almeno 60 ettari, oltre a dotare la città di quegli impianti sportivi di alto livello che mancano da sempre».

Diversa l'opinione dell'opposizione, a partire da Monica Sambo, segretaria del Pd veneziano: «È un fallimento della giunta Brugnaro - sostiene Sambo -. Perdere 93 milioni di investimenti pubblici rappresenta una sconfitta che conferma ciò che diciamo da mesi: il bosco dello sport è un progetto sbagliato. Adesso Venezia ha bisogno di salvare i 93 milioni di euro e destinarli al risanamento urbanistico della città, a partire da un piano straordinario per l’edilizia residenziale pubblica. Con quelle risorse - conclude Sambo - si può affrontare l'emergenza della casa, che è tra le priorità della nostra città, assieme ad una rigenerazione urbana ed energetica». Dello stesso parere Daniele Giordano, segretario della Cgil Venezia: «Avevamo espresso più di una perplessità sulla validità del progetto, non tanto sull’esigenza o meno di dotare la città di un impianto sportivo, quanto sul fatto che potesse rappresentare la linea strategica condivisa dall’Europa. Con questa cifra vanno sostenute reali prospettive di sviluppo per il territorio».

Il Bosco dello sport è un progetto del valore totale di 308 milioni di euro per la realizzazione di una cittadella nell'area di Tessera, su una superficie di 115,56 ettari, il 68% della quale forestata, estesa anche lungo il percorso della bretella autostradale. Il piano prevede il completamento della nuova viabilità Tessera-aeroporto, opere a verde, una nuova arena da 10mila posti per sport al coperto e spettacoli, uno stadio da 16mila posti. I fondi che sarebbero dovuto arrivare dal Pnrr avrebbero dovuto coprire circa un terzo degli investimenti necessari.

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