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Cronaca

La "lista della spesa" del sindaco: 80 milioni dallo Stato per Venezia

L'amministrazione calcola che servono 40 milioni per le manutenzioni, 30 per i rifiuti, 10 di investimenti: "Per rive, canali e palazzi abbiamo solo 200mila euro"

Venezia, i conti sono ridotti al lumicino. E il sindaco Luigi Brugnaro presenta la lista degli interventi necessari ma impossibili, fintanto che il Governo non si decida a concedere nuovi fondi al capoluogo lagunare. Solo per citare uno dei capitoli di spesa, per la manutenzione della città ci sono a bilancio 200 mila euro: una briciola, in confronto a quelli che servirebbero per sistemare le rive che crollano, gli intonaci che cadono, i canali da scavare, gli impianti antincendio. La spesa effettiva che bisognerà affrontare è stata stimata in 40 milioni.

Il primo cittadino, come riporta il Gazzettino, l'ha spiegato davanti ai parlamentari veneziani che hanno accettato il suo invito a fare fronte comune per rappresentare gli interessi della città nella capitale. Per ribadire che Venezia ha bisogno di maggiori poteri e di fondi speciali, e che bisogna stanziarli prima che la Legge di Stabilità esca da Palazzo Chigi, senza più possibilità di essere modificata. Altri esempi? Solo per la pulizia Venezia paga ogni anno 30 milioni in più rispetto alle altre città, dice il sindaco. E poi ci sono altri maggiori costi per sostenere gli investimenti di cui Venezia ha bisogno, almeno 10 milioni.

Il totale è una cifra che si aggira tra gli 80 e i 100 milioni l’anno, soldi che avrebbero dovuto arrivare dalla Legge speciale. Così Brugnaro ha consegnato una serie di proposte ai parlamentari (Michele Mognato, Davide Zoggia, Delia Murer, Emanuele Prataviera, Renato Brunetta, Marco Da Villa, Andrea Causin), che sono in contatto con il sottosegretario Claudio De Vincenti, che segue la vicenda per conto del presidente Matteo Renzi. Le richieste: far uscire Porto Marghera dal Sin, possibilità di tassare i flussi turistici, istituire una ztl pedonale, esclusione della Legge speciale e del Casinò dal computo del patto di stabilità, gestione unitaria delle acque della laguna, ipotesi di zona franca o di fiscalità di vantaggio per aziende nuove e innovative, possibilità di valorizzare parte del patrimonio mobiliare artistico. E poi il mantenimento di una quota di Iva generata dalle transazioni nella città storica.

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