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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Mestre Centro / Via Piave

Il sindaco: «Vengono qui per drogarsi anche da fuori provincia. Ma noi non molliamo»

Brugnaro commenta la situazione nell'area della stazione di Mestre, partendo dalla morte del 25enne investito e ucciso in via Dante. E ribadisce: «Avanti con il pugno duro, nessuna tolleranza»

La situazione legata al degrado e allo spaccio nella zona della stazione di Mestre è grave, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non si nasconde dietro a un dito. «I cittadini cominciano a non avere più fiducia perché, per quanto ci stiamo adoperando, purtroppo c'è una situazione di abbandono che vede la zona in uno stato di degrado. Il problema c'è, ed è da quando sono sindaco che combatto. È vero che non siamo ancora riusciti a raggiungere i risultati, ma siamo convinti che la presenza degli uomini della polizia locale sul territorio dia ai cittadini una tranquillità che è necessaria».

Il primo cittadino ha spiegato che la settimana scorsa si è tenuto un Comitato per l'ordine e la sicurezza (Cosp) per discutere anche dell'area di via Piave, «proprio qualche giorno prima dell'episodio di domenica, che trova tutti sbigottiti». Il riferimento è alla tragica morte del 25enne di origini maliane Keoule Dembele, investito e ucciso da un 36enne trevigiano sotto il probabile effetto di sostanze stupefacenti. «Questo cittadino drogato si è messo alla guida di un'auto in una pista ciclabile. - ha commentato - È scappato il morto, ma poteva succedere anche una strage, in altri orari».

Brugnaro si è detto convinto che la strada intrapresa negli ultimi anni sia quella giusta, nonostante le critiche ricevute da più parti. «Chi pensa a depenalizzare le droghe fa solo confusione. - ha continuato - A Mestre il costo delle dosi è più basso che nel resto del Veneto, stiamo attraendo tossici da tutte le province vicine. A chi pensa di fare il buon samaritano, o che l'atteggiamento da assistenti sociali possa far cambiare idea a chi è venuto solo per drogarsi, dico che ha sbagliato e ci farebbe tornare indietro nel tempo».

Bisogna fare di più. Serve «un corpo antidroga», secondo il sindaco, «che vada a stanare gli spacciatori nelle case. Andiamo a capire dove vivono». E anche il «ripristino delle pattuglie di Strade sicure», che «è un affare che riguarda il ministero dell'Interno, ma se è un problema di costi siamo disposti a pagarli come città. Chiediamo un aumento delle forze dell'ordine nelle zone di via Piave». Un'offensiva ad ampio raggio: il sindaco si rivolge anche «a quei cittadini che abbandonano i rifiuti», «li scoveremo e li denunciamo. Tutti coloro che non rispettano le regole, quelli che dormono sugli androni delle case, che pensano di poter fare quello che vogliono».

Per il sindaco quindi la risposta allo spaccio e al degrado continua a essere «il pugno duro», la repressione. Con più forze dell'ordine e controlli sulle strade, magari supportati da una legislazione che aiuti gli enti locali, ad esempio la concessione di poteri penali al giudice di pace (oggetto di un disegno di legge avanzato nel 2017). Proprio oggi hanno prestato giuramento, al termine del corso di formazione, diciassette nuovi ufficiali della polizia locale. Finora, però, anche questa formula non ha portato alla soluzione dei problemi.

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