Buoni postali fruttiferi attivati trent'anni fa, del valore all'epoca di 500mila lire. E per cui ora dovrebbero essere corrisposti circa 7mila euro. Solo che, secondo l'associazione Adico, le cose non stanno esattamente così, perché le Poste non riconoscono la restituzione dell’intero importo ma di una somma decisamente inferiore, corrispondente circa alla metà di quanto dovuto secondo i tassi segnalati nel retro del buono.

Sono oltre quaranta i casi seguiti da Adico, con una media di quattro buoni a testa. Tutti chiedono di agire nei confronti delle Poste e chiedere la restituzione delle intere somme maturate negli anni. L'associazione ha chiesto, per ora in forma bonaria, il rimborso di quanto pattuito, per un importo totale di circa 1 milione e 200 mila euro.

Di recente hanno avuto successo due decreti ingiuntivi presentati a favore di due soci veneziani di Adico e accolti dal Tribunale. "I decreti che abbiamo presentato tramite il nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – segnano davvero una svolta in questa vicenda che ci vede battagliare da molto tempo. Di certo avremmo voluto trovare una soluzione attraverso una mediazione con Poste Italiane, cosa che per esempio avviene per la clonazione delle Postepay. Abbiamo dovuto ricorrere al Tribunale che ci ha dato ragione. La questione tra l’altro è emblematica. Chi ha acquistato quei buoni si attendeva di riscuoterli secondo i tassi indicati, invece le Poste, per ragioni non ben specificate, li vuole rimborsare solo parzialmente”. Le azioni di Adico sono valide soprattutto per chi non abbia riscosso ancora il credito.